Bimbo morto in Odontoiatria a Padova, lo strazio della mamma:«Ditemi perché mio figlio è morto»

PADOVA. «Ho lasciato il mio Benjamin vivo e mi è stato restituito morto. Voglio sapere cos’è successo». C’è una pacatezza che cela tutta la rabbia e il dolore che solo una mamma può provare all’indomani della morte del figlio nelle parole di Simona Campana, la madre del 13enne Benjamin Tyler Bryant.
La rabbia. Benjamin è deceduto mercoledì mattina nella Clinica odontoiatrica dell’Azienda ospedaliera di Padova in seguito alle complicazioni di un semplice intervento per l’estrazione di un dente. E di questa rabbia, «tanta, tanta rabbia» e di questo dolore, mamma Simona si fa scudo mentre il giorno dopo la tragedia, per la quale la procura padovana ha aperto un’inchiesta, prova a mettere in fila e a riannodare i drammatici momenti vissuti nel reparto di odontoiatria. A ricostruire quello che è successo ci penserà anche il pm Marco Brusegan, titolare dell’inchiesta, che ha disposto l’acquisizione delle cartelle cliniche in seguito all’esposto dei genitori di Benjamin.
Un lungo percorso. Sulla Clinica odontoiatrica, c’è poco da dire. Si tratta di un centro di eccellenza di carattere universitario e assistenziale che il piccolo Benjamin, che avrebbe compiuto 14 anni l’1 aprile, conosceva bene avendo alle spalle un lungo percorso ospedaliero a causa di una patologia neurologica di cui era affetto dalla nascita e che lo costringeva su una sedia a rotelle. Non era la prima volta che il ragazzino, studente nella scuola media “Ungaretti” di Costabissara nel Vicentino assieme alla sorella gemella Elisabetta, varcava l’ingresso della struttura. Esattamente un mese fa, il 27 febbraio, era stato sottoposto a un’altra operazione, di quelle considerate di routine, per l’estrazione di un molare.
Le domande. Cosa sia successo al termine di quei «dieci minuti, poco più» necessari al lavoro del dentista spetterà alla magistratura appurarlo («ci siamo subito rivolti a un legale» fa sapere mamma Simona, «intendiamo fare piena luce su tutto»). Cos’è avvenuto fino a quando la porta dell’ambulatorio si è chiusa alle spalle dei genitori, è sempre la madre a raccontarlo: «Sono stata con mio figlio fino a due minuti prima dell’intervento, gli hanno praticato l’anestesia locale, poi mi hanno chiesto di uscire». Non prima di aver salutato il suo bambino: «La mamma ti aspetta fuori». “Fuori” però, Benjamin non ci è mai arrivato: pochi istanti dopo l’estrazione dentale, è subentrata una crisi respiratoria. E, nonostante i tentativi dell’anestesista con la maschera dell’ossigeno prima e degli altri medici con il massaggio cardiaco poi, il cuore del 13enne ha cessato di battere.
Il dramma. «L’ho lasciato vivo e me l’hanno ridato morto», ripete la mamma che, con il padre del ragazzo, il sottufficiale di corpo della guarnigione americana della Ederle, Mason Bryant, attende ora risposte dall’autopsia. Solo dopo, mamma Simona, papà Mason, la sorellina e quanti gli volevano bene, potranno dare a Benjamin l’ultimo saluto. Dopo il sindaco di Costabissara Maria Cristina Franco e la preside dell’istituto comprensivo Antonella Cervio, a ricordare il sorriso e la gioia di vivere del 13enne è anche l’istruttore di baskin Luca Fochesato che, da 2 anni, allenava Benjamin.
Lo sport e la gioia. «Era davvero allegrissimo, specie in questo periodo» ricorda il responsabile della disciplina che da 3 anni consente anche ai ragazzi con disabilità di giocare a pallacanestro nel palazzetto dello sport di Vicenza. «Nessuno si immaginava una tragedia simile, tanto più che lo vedevo davvero bene ultimamente» conclude Fochesato, «non sarà facile spiegare agli altri bambini che il loro amico non c’è più».
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