Blocchi auto, crollo vendite dei diesel: a settembre il 38 per cento in meno

PADOVA
La prima frenata era figlia dell’incertezza. La seconda, più decisa, è già una sentenza: l’era del diesel sta finendo, il mercato lo annuncia con numeri inequivocabili. Grandi città europee hanno indicato la strada. Parigi, nelle intenzioni della sindaca Hidalgo, sarà diesel free entro il 2020. Londra e Barcellona seguono la stessa rotta. A Milano il sindaco Sala ha segnato la linea del traguardo al 2030, ma già adesso i diesel fino agli Euro 4 inclusi non entrano nell’Area C, quella a traffico limitato. E le case automobilistiche non stanno a guardare. La Volvo entro l’anno prossimo produrrà solo vetture ibride o elettriche e tutti gli altri stanno investendo nella mobilità sostenibile.
Da noi il punto di svolta si può segnare nell’Accordo Padano per il contenimento dello smog, firmato a giugno dell’anno scorso dai presidenti di Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. Su quel documento c’è la condanna a morte delle auto a benzina più vecchie (le Euro 0 ed Euro 1) ma soprattutto dei diesel di mezza età, cioè quelli fino all’Euro 3, che infatti sono condannati a stare fermi dall’1 ottobre al 31 marzo. E, in parte, anche degli Euro 4, che saranno i primi ad entrare nella lista dei divieti di circolazione in caso di semaforo arancione, ossia dopo quattro giorni di superamento del limite di Pm 10 nell’aria. Un caso tutt’altro che raro, da qui alla prossima primavera. Ma attenzione, anche gli Euro 5 diesel non si possono considerare al riparo da limitazioni perché il loro stop è indicato come obbligatorio entro il 2025, ma già si può prevedere che l’anno prossimo potranno essere chiamati in causa nelle ordinanze di limitazione del traffico, soprattutto se l’Unione Europea dovesse mandare avanti la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per l’inquinamento fuori controllo
L’annuncio delle limitazioni più stringenti ha avuto ripercussioni sul mercato, almeno fra gli acquirenti più sensibili. A livello nazionale, dal 2007 al 2013 tutte le immatricolazioni hanno fatto registrare una flessione, figlia della crisi (da 1 milione e 11 mila auto a benzina nel 2007 a 401 mila nel 2013; da 1 milione e 387 mila a gasolio nel 2007 a 702 mila nel 2013) ma poi c’era stata una ripresa (1 milione e 128 mila diesel e 629 mila a benzina nel 2017). Quest’anno invece - come certifica il Centro Studi Unrae - la forbice tra benzina e diesel si allarga. Le auto a gasolio fanno segnare una flessione media del 15 per cento, con punte del 38,3% a settembre (nel confronto con lo stesso mese dell’anno precedente), mentre le immatricolazioni di quelle a benzina si riducono solo del 6,3 per cento.
Nel dubbio, e visto lo scenario incerto, in tanti hanno scelto di rinviare l’acquisto di una nuova auto. Così si spiega il calo generalizzato delle immatricolazioni: -17,8 per cento nel Veneto, a settembre; -6,1 per cento a Padova nei primi nove mesi del 2018 con un picco negativo proprio a settembre, quando le concessionarie hanno venduto il 20,3 per cento di auto in meno. E sono proprio i diesel a trascinare verso il basso le vendite: un’auto a gasolio su tre non si vende più. Crescono invece gli acquisti di ibride (+26 per cento, in provincia sono 1.222 quelle vendute nel 2018 contro le 981 dei primi 9 mesi del 2017), di auto a metano (+70,2) e di elettriche, anche se queste ultime con numeri ancora irrisori, basti pensare che in tutta la provincia nei primi nove mesi ne erano state vendute solo 38 (21 nei primi 9 mesi del 2017) e che a settembre sono state immatricolate solo due Tesla
«La crisi non c’entra, questo calo è una diretta conseguenza delle normative anti-inquinamento e con i divieti di circolazione adottati o annunciati», sentenzia Massimo Ghiraldo, presidente dei concessionari d’auto dell’Ascom Confcommercio Padova. «Nella confusione, la clientela latita». I diesel naturalmente scontano in modo particolare questa situazione: «La flessione di vendite sfiora il 40 per cento», aggiunge Ghiraldo, «e questo è legato ai provvedimenti antismog di tutto il Nord Italia».
«I blocchi della circolazione per le vetture più anziane e più inquinanti sono un segnale positivo nell’ottica del rinnovo del parco più volte auspicato», dice Michele Crisci, presidente dell’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere. «Ma le misure di limitazione andrebbero accompagnate con messaggi chiari verso motorizzazioni a impatto zero e dunque con la possibilità di sostituire i veicoli più vecchi con mezzi innovativi compresi i diesel Euro 6». —
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