Bmw ridotta in cenere e negozio danneggiato L’incendio è doloso

MONSELICE. Danno fuoco a una Bmw e distruggono anche le vetrate della vicina parafarmacia. È stato quasi certamente doloso il violento incendio che nelle prime ore di ieri mattina ha ridotto letteralmente in polvere (lamiere a parte) una Bmw X1 Drive della Ceccato Motors, parcheggiata per la notte di fronte alla parafarmacia di Roberto Natalicchio, in via Ca’ Oddo 10, al centro commerciale “Il Vivaio”. La Bmw è di proprietà della concessionaria padovana ma si trovava a Monselice in contovendita alla concessionaria Auto Cantarello di via Rampa 12. Si tratta di un piccolo Suv Bmw, seminuovo, immatricolato due anni fa, valore intorno ai 25.000 euro. Domenica sera il titolare della Auto Cantarello, Devis Cantarello, quarantunenne di Monselice, l’aveva parcheggiata sotto casa propria: abita infatti sopra la parafarmacia. Qualcuno forse aveva seguito i suoi movimenti e, intenzionato a fargli un dispetto, ha deciso di dare alle fiamme la vettura. Verso l’una e un quarto di notte l’auto ha improvvisamente preso fuoco. Immediata la chiamata ai vigili del fuoco, che sono arrivati dal distaccamento di Este con due mezzi. E hanno dovuto lavorare fino alle 3.30 per spegnere il violento incendio, che si è propagato sino alle vetrate della vicina parafarmacia. Nel rogo, la vettura è andata completamente distrutta. Praticamente non ne è rimasto altro che la scocca, pure quella del tutto carbonizzata. Ma danni pesanti li ha subiti anche il negozio della parafarmacia, aperta solo da pochi mesi nella nuova sede del “Vivaio”, dopo essersi trasferita dal centro commerciale “Airone”. Hanno preso fuoco due cappottine in materiale plastico, che si sono distrutte, mentre le due ampie vetrate sono esplose a causa del calore. I danni in questo caso sono ancora da quantificare, ma si preannunciano ingenti. La dinamica dell’incendio resta al vaglio dei vigili del fuoco e dei carabinieri di Monselice, intervenuti per i rilievi. Sarebbero stati rinvenuti degli elementi che fanno pensare a un innesco doloso. Il che è confermato dalla stessa violenza con cui il fuoco si è propagato e ha ridotto in fumo l’auto.
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