Boom di botox e filler, è allarme per le teenager

Bassetto: «È pericoloso affidarsi a non esperti o usare prodotti acquistati via web si comincia a perdere l’acido ialuronico dopo i 30 anni, i ritocchi prima non servono»

PADOVA. È boom di trattamenti di medicina estetica tra le padovane, come punture per ringiovanire il viso o riempire le labbra. C’è chi “per moda” richiede i primi ritocchi già a 18 anni, correndo il rischio di deturpare in maniera permanente i propri lineamenti. Negli ultimi cinque anni, nonostante la crisi economica, si registra un costante aumento della domanda dei trattamenti di medicina estetica, meno costosi e meno invasivi della chirurgia plastica. Tra gli interventi più popolari ci sono i cosiddetti “filler”, le iniezioni di sostanze che rimodellano le labbra: l’esempio più noto è rappresentato dall’acido ialuronico.

Per una seduta da un professionista si arriva a pagare dai 300 ai 600 euro. Il professor Franco Bassetto, direttore della Scuola di Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica dell’Università di Padova, mette in guardia dai pericoli nascosti nei trattamenti a basso costo. «Se si spende meno di 350 euro per un filler alle labbra bisogna chiedersi il perché», spiega il professor Bassetto, «Innanzitutto è bene diffidare dai filler permanenti e affidarsi a quelli riassorbibili. I primi possono scatenare una reazione da corpo estraneo con conseguente formazione di granulomi, infezioni o cicatrici. I secondi sono una garanzia perché le sostanze vengono metabolizzate dall’organismo e ogni 6/8 mesi il trattamento deve essere ripetuto. Purtroppo in giro si vedono molti danni: c’è chi va a riempirsi una ruga e si trova una caverna».

Spetta al medico, dunque, trovare i prodotti migliori da abbinare per raggiungere la massima efficacia in ogni paziente. Proprio per questa ragione è fondamentale rivolgersi a un professionista qualificato. «Bisogna scegliere persone con formazione certificata, come medici specializzati in chirurgia plastica o in dermatologia, e non fidarsi di promozioni improvvisate che compaiono sul web», aggiunge il professor Bassetto, «Le fiale vengono vendute con doppia etichetta, una rimane al somministratore e l’altra va al paziente. È fondamentale conoscere l’azienda di produzione, l’esatta composizione, il numero di lotto e la data di scadenza: quattro aspetti che permettono di chiedere eventuali danni alle aziende. Chi paga 150 euro difficilmente ottiene l’etichetta perché si tratta di sostanze che arrivano dalla Cina, acquistate a 30 euro a fiala su internet». La diffusione dei filler ad uso estetico è ormai un fenomeno affermato a livello mondiale, che non riguarda soltanto le donne di una certa età.

L’obiettivo di molte giovani è assomigliare agli ideali proposti dalla società dell’immagine. «Ritengo che tra i venti e trent’anni non ci sia necessità di sottoporsi a filler riempitivi», chiude, «si comincia a perdere acido ialuronico dopo i 30, i ritocchi prima di quest’età sono un’esagerazione e l’effetto diventa assolutamente artificiale. Gli esperti lo sconsigliano, anche se è una moda. Ho ricevuto richieste da parte di diciottenni, ragazzine che chiedevano un aumento del volume delle labbra. Le ho mandate via dicendogli che avrei sperato di rivederle in futuro, nella veste di mamme e n onne».

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