Borile (M5S) lancia la sua corsa «Assessori scelti per curriculum»

Il vincitore delle comunarie aprirà le selezioni per la squadra di governo: «Tutti possono partecipare» E sul nuovo ospedale: «Bisogna prima sentire i padovani». Profughi? «No alle maxi-concentrazioni»
Di Claudio Malfitano

«I miei principi sono trasparenza e meritocrazia. Per questo tutti possono candidarsi a fare gli assessori e prima del voto presenterò gran parte della mia squadra di governo». La rivoluzione pentastellata parte dallo stop alle nomine politiche. Simone Borile, il candidato vincitore delle “comunarie” on line, alla sua prima uscita pubblica, mette in chiaro il suo «no a parenti, amici e compagni di partito». Nei prossimi giorni verrà aperta la possibilità di presentare la propria candidatura ad assessore, come in un concorso: «Vogliamo profili tecnici, privilegeremo le competenze e anche la capacità progettuale».

Orgogliosamente populisti («vuol dire portare le istanze dei cittadini al governo»), né di destra né di sinistra, con il modello di Chiara Appendino («speriamo venga a sostenerci in campagna elettorale»), e primo partito del Paese secondo i sondaggi. L’M5S scende in campo a Padova con più convinzione di prima: «I nostri sondaggi ci danno al 20%. L’obiettivo è recuperare altri 4-5 punti per andare al ballottaggio e vincere. Il 50% dei padovani è indeciso, perché Bitonci e Giordani non convincono». Il guanto di sfida è politico: «Anziché fare i civici, si espongano con i loro simboli: Bitonci è la Lega Nord, Lorenzoni è Rifondazione comunista, Giordani con Pd e Ncd. Noi siamo gli unici che non ci vergogniamo delle nostre cinque stelle».

Simone Borile si presenta con la “scorta” dei due ex consiglieri comunali Francesca Betto e Giuliano Altavilla, che non si candidano (in attesa delle “parlamentarie”) ma mettono a disposizione la loro esperienza: «Le nostre priorità sono rilancio delle attività economiche e sicurezza, che vuol dire anche riqualificare le periferie», afferma Borile prima di sottoporsi al fuoco di fila di domande dei cronisti.

Profughi? «No alle maxi-concentrazioni. Spazio solo a chi vuole integrarsi, lavora e rispetta le leggi». Nuovo ospedale? «Non siamo il partito del no a priori, ma bisogna sentire i padovani». Università? «È un incubatore di idee e progetti che va valorizzato». Uscita dall’euro? «Gli italiani prima di tutto, ma la società globale impone dialogo». E infine: quanto “buon senso” c’è in Simone Borile? «Amo ascoltare la gente, non sono un uomo di palazzo. Voglio riportare i cittadini al centro della politica».

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