Botteghe di 100 anni testimoni di storia

«Selva del Brenta», com’era chiamata intorno all’anno Mille, è uno dei più antichi rioni fuori dalle mura e sorge ai piedi del fiume che gli dà il nome: fu colonia romana e l’inizio della via romana Altinate. Non sorprende dunque che sei attività commerciali siano presenti nello stesso posto da più di 100 anni: l’Agip, il vivaio Buischio al Mulino, il bar San Marco, le sorelle Trevisi, il macellaio Zampieron, l’arredo d’interni Galenda. Di questi, a parte la benzina e il bar in mano cinese, gli altri portano avanti da un secolo anche lo stesso nome. Delle altre botteghe, almeno 25 hanno più di 50 anni. È il 1906 quando nonno Silvio Trevisi apre la cartoleria in via San Marco. Le nipoti, Isabella e Chiara (in foto), conservano i registri che sono un diario per l’intera comunità: è il 1910 e Annibale, secondogenito di Silvio, è gravemente malato; ha bisogno di latte materno e si salva grazie al seno della balia Boscaro, antenata a sua volta di una famiglia ancora radicata nel quartiere. «Dopo nonno Silvio seguirono i figli, Francesco e le sorelle (nubili) Anna e Caterina», racconta Isabella, «vivevano tutti insieme e, di questa grande famiglia, ha beneficiato anche la nostra educazione: zia Anna curava il nostro abbigliamento, zia Caterina si preoccupava dei nostri compiti». La bottega? «Ce la siamo trovata», spiega Chiara, «io sognavo di fare l’hostess ed amavo le lingue: da 50 anni coltivo una corrispondenza con un’amica di penna inglese; Isabella insegnava, ma la famiglia ha chiamato e noi abbiamo risposto». Ancora famiglia, ancora l’affetto che si confonde con il dovere, Paolo Galenda ha preso il posto del padre Severo dopo la morte del genitore: «mio padre aveva un negozio di moto e cicli aperto ad inizio ’900», racconta, «alla sua morte studiavo economia a Ca’ Foscari. Mi sono laureato studiando di sera e lavorando di giorno, ma ho saputo anche divertirmi». Poi l’incontro con la moglie Anna Lisa: «un colpo di fulmine, lei è stata la mia fonte d’ispirazione e mi sono dedicato alla bellezza dell’arredo d’interni». Sono infine del 1875 le foto della prima macelleria della famiglia Zampieron: cinque generazioni maschili, da quando si apriva solo a Natale e Pasqua; da quando gli Zampieron servivano il senatore Stefano Breda (come dimostra una fattura del 1929). Oggi Guglielmo (per tutti Mino) resta l’unico macellaio di Ponte di Brenta: «con me finirà la storia degli Zampieron», confida, «sono figlio unico ed ho una figlia femmina. Chiudo e affitterò ad un’altra bottega, ma mai ad una macelleria».
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