BusItalia Veneto, nuova fusione Si tratta con i veneziani di Actv

BusItalia Veneto come polo aggregante a livello regionale. BusItalia Nord, attraverso la nuova società padovana, e Autoguidovie, con sede a Milano, hanno avanzato una richiesta di “matrimonio” ad Avm (Azienda Veneziana di Mobilità). I responsabili delle società hanno incontrato due volte i vertici di Avm (rappresentatada Giovanni Seno, amministratore delegato) e Franco Fiorin, capo-settore dei trasporti del Comune di Venezia.
L’obiettivo è far nascere la più grande azienda unica di trasporto pubblico locale dell’area nordest del Veneto, che possa comprendere le province di Rovigo, Padova e Venezia, tenendo presente, però, che la milanese Autoguidovie,ì che in provincia di Belluno già detiene il 29,5% del capitale sociale di Dolomiti Bus.
La holding Avm controlla Actv (che provvede anche al trasporto delle persone su acqua), Vela (società addetta alla bigliettazione) e Pmv, società immobiliare del gruppo che, attualmente, è anche stazione appaltante del tram. In totale gli occupati di Avm sono 3.140, dei quali 2.732 in Actv e 241 in Vela. Autoguidovie ha una flotta di 450 bus e opera nelle province di Milano, Monza-Brianza, Cremona, Bologna e, assieme a BusItalia, anche a Firenze. Il progetto, sul quale sarà chiamato a esprimersi il neo-sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, potrebbe dare vita a un’azienda unica con circa 5mila dipendenti e una flotta tra bus, tram e vaporetti di oltre 2mila mezzi pubblici. «È vero» conferma Andrea Ostellari, presidente di BusItalia Veneto «i primi incontri sono già avvenuti. D’altronde, appena ci siamo insediati, abbiamo messo in chiaro come l’intenzione è quella di aggregarci con altre società del trasporto pubblico locali operanti nel Veneto. Intendo precisare, però, che abbiamo la volontà di aggregarci non solo con Avm-Actv, ma anche con le società che effettuano servizio pubblico nella vicinissima provincia di Vicenza».
Anche il sindacato di categoria è pienamente favorevole a una ulteriore fusione. «Da sempre la Filt-Cgil è stata favorevole a formare aziende uniche di Tpl che operano nelle diverse province del Veneto» osserva il padovano Ilario Simonaggio, segretario regionale della Filt. «Le fusioni, naturalmente, vanno effettuate per allargare e migliorare la qualità del servizio pubblico e non certo per mettere in atto tagli sulle linee utilizzate dai pendolari».
Felice Paduano
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