Caccia a Sean Penn con molte citazioni
Probabilmente a Benedetto Croce non sarebbe piaciuto “Gangster Squad”. Il filosofo di Pescasseroli disprezzava infatti il manierismo: per questo non avrebbe apprezzato l’operazione del giovane regista americano, Ruben Fleischer, di fare un film citazionista, molto debitore ad atmosfere e cinematografie classiche. Nell’immediato dopoguerra a Los Angeles imperversa il gangster Mickey Cohen (la maschera di Sean Penn), dotato di uno strapotere che gli deriva da una rete di corruzione estesa sino ai giudici. Contro di lui l’isolato giudice Parker (Nick Nolte) scatena una banda di poliziotti senza macchia e senza paura, capitanati da Josh Brolin. La Los Angeles del 1949 risente delle raffigurazioni care al Polanski di “Chinatown”, ma tutto il cinema di genere è qui rappresentato con una citazione particolare per gli “Untouchables” di Brian De Palma (1987, richiamato da ralenti e carneficine) e per “Quei bravi ragazzi” di Martin Scorsese (1990, per il gruppo di talentuosi giustizieri). L’operazione manierista di Fleischer non ambisce al capolavoro, ma a tratti è comunque fine a se stessa, riducendosi al puro citazionismo, anche se piacevole. Con buona pace di Croce, anche il cinema è altro.
Michele Gottardi
Durata: 113’ - Voto: ** ½
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