Fidas di Cadoneghe, il direttivo è “sospeso” perché i conti non tornano

I controlli avviati dall’associazione donatori di sangue di Padova. A Cadoneghe finisce sotto accusa la sezione locale presieduta da Andrea Amistà

Cristina Salvato
Una donazione di sangue
Una donazione di sangue

La sezione Fidas di Cadoneghe (Federazione italiana donatori di sangue) è “inibita” e il suo direttivo sospeso, in attesa che la segreteria provinciale di Padova e il collegio dei probiviri concludano le indagini sul bilancio sui rapporti tenuti dalla sezione cadoneghese con le istituzioni, sull’uso dei social e sui conti del bilancio.

Indagini scaturite da alcune segnalazioni giunte al provinciale da ditte e da privati. Se tutto sarà in ordine, il presidente rieletto lo scorso 25 gennaio, Andrea Amistà, e il resto del direttivo torneranno in ruolo attivo, altrimenti si dovranno indire nuove elezioni.

«In questo momento il presidente e il direttivo sono tecnicamente inibiti, non commissariati» riferisce l’avvocato Jacopo Pressato, presidente Fidas Padova, «ovvero sono ancora in carica ma sospesi dalle funzioni perché sono in corso dei controlli sull’operato della sezione sotto l’aspetto gestionale, dei rapporti con le istituzioni, dell’utilizzo dei social e anche sulla rendicontazione finanziaria.

In qualità di presidente provinciale, insieme alla giunta, in maniera cautelativa e temporanea abbiamo inibito il direttivo di Cadoneghe dalla sua funzione fino al termine dell’accertamento».

Ai soci della sezione di Cadoneghe è stato comunicato che per tutte le richieste e per fissare una donazione di sangue dovranno contattare la segreteria provinciale.

«Speriamo di risolvere tutto a breve» prosegue il residente Pressato «e che la sezione di Cadoneghe torni operativa quanto prima.

La sospensione del direttivo e le indagini in corso sono a garanzia sia del direttivo stesso che dei soci donatori. Inoltre, dopo la riforma del terzo settore, la rendicontazione finanziaria deve essere precisa e diligente, anche perché si gestiscono soldi pubblici. Avendo ricevuto delle segnalazioni da ditte e da privati, abbiamo dovuto avviare un’indagine».

Il presidente Andrea Amistà, rieletto con 50 voti alle elezioni del 25 gennaio, nega l’inibizione e parla di “informazioni errate”.

«Preferisco parlare di più di duemila sacche in quattro anni, della corsa dei Babbi Natale con 80 volontari con freddo, vento e pioggia alle 6 e mezzo del mattino» replica Amistà, «I giovani nella sezione di Cadoneghe sono più numerosi di tutte le sezioni e il 17 maggio, prima del mio matrimonio, ci sarà una donazione di gruppo. Queste sono cose reali, il resto sono chiacchiere».

Domenica il presidente Pressato e la giunta esecutiva di Fidas Padova hanno rilasciato un comunicato stampa in cui ribadiscono l’inibizione del direttivo di Cadoneghe. Il presidente Amistà è noto per i suoi interventi tramite video sui social, molto spesso un po’ sopra le righe, a volte attaccando il sindaco di Cadoneghe dal proprio profilo, altre volte difendendolo strenuamente; intervenendo anche su fatti di politica locale e sulla questione delle multe dei velox.

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