Cadoneghe, il piccolo Francesco condannato dalla sindrome Sids

Morte bianca: gli accertamenti sulla salma del neonato di un mese giunto esanime al Pronto soccorso non hanno lasciato dubbi a medici e magistrato. Indagine chiusa, già autorizzata la sepoltura
POLETTO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - CADONEGHE ESTERNO CASA BIMBO MORTO
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CADONEGHE. Morte bianca. Così è stata classificata la causa che ha strappato alla vita il piccolissimo Francesco Zorzi ad appena 28 giorni di vita. Il pubblico ministero Francesco Tonon non ha rilevato nella scomparsa del piccolo di Cadoneghe nulla di penalmente rilevante, autorizzandone pertanto la sepoltura (che si svolgerà con ogni probabilità con una cerimonia strettamente privata). L'ospedale farà comunque un riscontro diagnostico autonomo, di cui riferirà successivamente all'autorità giudiziaria.

Ad oggi, comunque, la scomparsa del piccolo Francesco è stata classificata come causata dalla famigerata sindrome della morte improvvisa del lattante o Sids, che colpisce piccini entro l'anno di età e rimane, a tutt'oggi, un mistero anche per la comunità scientifica, poiché non si riesce a stabilirne una causa nemmeno con esami post mortem.

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Francesco nei giorni precedenti la sua morte aveva sofferto di raffreddore, come accade di frequente nei neonati, ma una visita dal pediatra solo poche ore prima aveva rassicurato mamma Valentina Pasquale che tutto procedeva per il meglio. D'altronde il piccino, nato lo scorso 26 gennaio, pare non avesse avuto nemmeno problemi alla nascita. Nulla lasciava, pertanto, presagire una simile, immane tragedia.

Che si è consumata, purtroppo, venerdì pomeriggio, nell'abitazione in piazza della Repubblica a Cadoneghe, dove mamma Valentina si era trasferita da poco insieme al suo Francesco, nell'appartamento che era stato della nonna materna, scomparsa recentemente. Quando la donna intorno alle 15.30 si è recata a vedere come stesse il piccolo, si è accorta che non respirava e che giaceva immobile, e lei non riusciva a svegliarlo.

Ha chiamato quindi immediatamente un'ambulanza perché i sanitari tentassero una disperata manovra per salvarlo. Purtroppo non è stato possibile fare nulla per il piccino, giunto all'ospedale di Padova ormai privo di vita, tra le braccia della mamma ormai disperata.

La famiglia si è chiusa in un comprensibile dolore: soltanto ieri mattina la mamma, insieme al padre del piccolo, ha trovato la forza di recarsi ad espletare alcune delle formalità necessarie alla sua sepoltura, per organizzare il modo in cui dire un ultimo addio a un piccino che i due neogenitori non hanno fatto in tempo a tenere in braccio a lungo; un piccolo angelo che non è vissuto nemmeno un mese e che è volato via apparentemente senza un perché.

«L'amministrazione tutta è vicina alle famiglie che soffrono e non comprendono» sono le parole di cordoglio del sindaco Michele Schiavo. «La vita, ancora una volta, ci stupisce e ci rende sempre più "cercatori di senso". Le lacrime in questo momento possono diventare preghiere per la vita, che è un dono inestimabile, ma che non possiamo però racchiudere nei nostri forzieri».

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