Campeggio a impatto zero Sgaravatti ripropone il progetto per Lispida

Vuole realizzare 350 piazzole e alcune piscine termali Rassicura gli ambientalisti: nessuno scempio edilizio
L’AREA. Alessandro Sgaravatti indica la zona di Lispida dove dovrebbe sorgere il campeggio
L’AREA. Alessandro Sgaravatti indica la zona di Lispida dove dovrebbe sorgere il campeggio
 MONSELICE.
«Un intervento a volumi zero». Alessandro Sgaravatti, dal 1986 padrone di casa a Lispida, racconta il suo progetto per realizzare un camping da 100.000 pernottamenti l'anno, che vorrebbe realizzare tutto intorno alla collinetta di Lispida a Monticelli. Un progetto che è tornato in auge negli ultimi mesi, grazie per all'impulso dato dall'amministrazione comunale di Monselice.
 L'intervento prevede la realizzazione di 350 piazzole da 100 metri quadri l'una, sulla fascia pianeggiante attorno alla collina: circa 10 ettari. La casetta che si affaccia verso via Valli di Valsanzibio verrebbe ristrutturata e destinata a reception, e sarebbero recuperati anche i volumi di altri due ruderi sul versante vicino alla ferrovia. Questi ultimi servirebbero le piscine termali. L'idea è di realizzare delle vasche dalle forme naturali, sfruttando l'acqua termale della zona. Il cancello che si affaccia su via Rivella costituirebbe un secondo ingresso, destinato al pubblico che usufruisce soltanto delle piscine. I servizi igienici sarebbero scavati sul colle: dall'esterno si vedrebbe solo una porta.  L'idea di realizzare un campeggio in questa bellissima oasi naturale, nasce in realtà già una quindicina di anni fa. Il perché è presto detto: la famiglia Sgaravatti è proprietaria del Cavallino a Jesolo, il primo campeggio a sorgere, negli anni 50, su quel litorale, struttura capace oggi di generare 1 milione e 200.000 pernottamenti all'anno. «Per Lispida punteremmo a un decimo dei pernottamenti - spiega Sgaravatti -. Si potrebbe contare su una stagione più lunga, da marzo a novembre. E nei periodi in cui la struttura del Cavallino non è attiva, metteremmo completamente al servizio di questa realtà la potente macchina commerciale esistente». Il campeggio potrebbe dare lavoro a una ventina di persone. Il tutto rimane legato alla variante alle norme tecniche del Piano Ambientale del Parco Colli. «La variante è stata adottata dal Parco e ora è approdata in Regione» aggiunge Sgaravatti. Il progetto in passato si è attirato le critiche degli ambientalisti, per il rischio di compromettere un'area molto delicata. «Vorrei tranquillizzare tutti - assicura l'imprenditore - noi siamo i primi a tutelare il territorio e non vogliamo fare scempi».

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