Canottaggio in lutto per un grande atleta

VILLAFRANCA. Un minuto di silenzio è stato osservato in memoria di Carlo Gomiero ieri mattina, prima del via della seconda e ultima giornata dei Campionati nazionali universitari di canottaggio, che si sono svolti a Ravenna. La notizia della tragica scomparsa, a seguito di un incidente sulle montagne del Trentino, dell’ex atleta della Canottieri Padova, è giunta fino a lì e il mondo del canottaggio nazionale si è stretto, in lutto, attorno alla sua famiglia. Carlo aveva vestito la maglia azzurra da Junior prima nel 2005, alla Coupe de la Jeunesse a Eton (Gran Bretagna), e successivamente ai mondiali di Pechino (Cina) nel 2007, dove chiuse al quarto posto sull’otto. Due volte campione italiano, Gomiero aveva quindi appeso i remi al chiodo, per dedicarsi all’ingegneria.
Il presidente della Federazione Italiana Canottaggio, Giuseppe Abbagnale, insieme al Consiglio federale e a nome di tutto il canottaggio nazionale hanno espresso quindi le loro condoglianze alla sua famiglia. «Tutta la società Canottieri Padova piange l’improvvisa scomparsa di Carlo. Per tutti eri un canottiere, un amico e tanti, tanti altri modi di ricordarti per come sarai sempre, una splendida persona».
Anche tutta la sezione del Cai di Padova ricorda Carlo e si stringe attorno alla sua famiglia: era infatti istruttore sezionale della Scuola di alpinismo, scialpinismo e arrampicata libera “Franco Piovan”, che fa parte della sezione padovana del Cai. «Ti vogliamo ricordare così, carissimo amico, nella tua allegria e spensieratezza. Ciao Carlo» scrive nella propria pagina Facebook, listata a lutto, la scuola di alpinismo postando una foto di Carlo immortalato con un’espressione buffa. Carlo Gomiero era così, simpatico e divertente, allegro soprattutto quando si trovava in montagna. Un ragazzo di quasi due metri di altezza, gentile e buono, che amava circondarsi di amici, sempre lui dietro ai fornelli nelle cene in compagnia. Era un ingegnere, sì, ma non era persona da ufficio, tanto che a giugno aveva detto addio al lavoro alla fabbrica vicentina di biciclette Campagnolo ed era andato a lavorare come cuoco al rifugio Velo della Madonna a San Martino di Castrozza.
«Gli stava stretto l’ufficio e cercava una nuova occupazione» racconta don Paolo Pegoraro, il parroco di Taggì di Sotto, dove Calo era nato e dove la sua famiglia aveva gestito per tantissimi anni una rinomata trattoria prima e un bar tabaccheria poi. «Intanto aveva accettato il lavoro di cuoco al rifugio, che gli permetteva di fare delle escursioni nei giorni liberi. Venerdì era il suo ultimo giorno di riposo, in quanto avrebbe lavorato una settimana ancora, prima della fine della stagione».
Nonostante si fosse da qualche tempo trasferito a Bresseo di Teolo con la compagna Anna, il funerale sarà con ogni probabilità celebrato nella parrocchia di Taggì di Sotto, che si sta attrezzando per ospitare la moltitudine di amici che la grande simpatia e i numerosi interessi avevano portato nella vita di Carlo.
Cristina Salvato
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