Cantiere in ritardo, Centro Congressi pronto a fine anno

Lavori ripresi da una decina dopo l’interruzione dovuta all’emergenza sanitaria Eventi internazionali dal 2021 Investimento da 23 milioni
MARIAN -AGENZIA BIANCHI-PADOVA - CENTRO CONGRESSI FIERA
MARIAN -AGENZIA BIANCHI-PADOVA - CENTRO CONGRESSI FIERA

Slitta a fine anno la chiusura del cantiere del Centro Congressi in Fiera. I lavori sono ripresi da una decina di giorni e anche se a buon punto (sono stati già spesi 16 dei 23 milioni di euro investiti per il nuovo polo congressuale) non potranno essere rispettati i tempi di consegna previsti per l’estate, a causa della pandemia che ha di fatto bloccato i cantieri di mezzo mondo per più di due mesi.

Percorrendo viale della Pace, in direzione Stanga, ci si imbatte già nella grande struttura progettata dall’archistar Kengo Kuma, dove a dicembre era avvenuto il primo sopralluogo interno da parte delle istituzioni regionali. Per la prima volta il sindaco Sergio Giordani, insieme ai tecnici e all’assessore regionale alle attività produttive Roberto Marcato, avevano varcato i confini del cantiere. Neanche due mesi dopo è arrivata la tempesta del coronavirus a sconvolgere i piani di ingegneri, architetti e operai, costretti a chiudere i lucchetti. Dieci giorni fa il ritorno, ovviamente graduale e con misure di sicurezza tali che hanno determinato la revisione del cronoprogramma. Sarà quindi ultimato entro Natale e utilizzabile per gli eventi internazionali dal 2021, per cui sono già stati confermati due grandi appuntamenti di ingegneria robotica e medicina, così come nel 2022 e nel 2023.

struttura all’avanguardia

In Fiera sta crescendo quindi una struttura fondamentale: «La più importante del Nordest», la definisce sempre il sindaco Sergio Giordani. Parliamo di un edificio lungo 130 metri, alto 23 e largo 45. L’architetto Kuma ha scelto i materiali naturali, decidendo di ricoprire la facciata di 28 paraste in legno di larice lamellare, con un andamento a onda. Con l’usura del tempo ognuna di queste cambierà quindi colore, diventando più scura rispetto al chiaro attuale e che già è possibile vedere. All’interno sono previste sette sale modulari: la più grande è la Giotto da 1. 600 posti, poi 1.100 per la Mantegna e poi cinque sale polifunzionali da 150 posti ciascuna. Al massimo 3.450 persone, ma la capienza è variabile in decine di combinazioni grazie ai pannelli mobili. La galleria centrale sarà uno spazio sempre aperto, con un bar bistrò aperto 365 giorni all’anno.

spesa di 23 milioni

Ai piani superiori, raggiungibili con sette ascensori, sono previsti altri spazi per la ristorazione e le sale vip per i congressisti. Gli ultimi ritocchi riguarderanno poi la dotazione tecnologica. In tutto il progetto prevede una spesa di 23 milioni di euro, comprese le iniziali bonifiche.

LU. PRE.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova