Cargill chiude l’attività di Vigonza

I lavoratori occupano lo stabilimento del colosso Usa, ex Pagnan
inserto swim
inserto swim

La Cargill di Perarolo di Vigonza chiude per sempre. Da ieri lo stabilimento è occupato per protesta a tempo indeterminato. Cargill nel 2005 aveva acquisito le attività legate al trading cerealicolo del gruppo padovano di Renato e Paolo Pagnan. Successivamente il colosso Usa aveva rilevato anche le attività di Pagnan legate al trasporto via acqua dei prodotti agricoli.

La produzione ora del centro di Perarolo sarà trasferita a Zandam, in Olanda. È già partita la procedura di richiesta di mobilità per 22 dei suoi 34 dipendenti occupati nello stabilimento padovano. Naturalmente, una volta chiusa la sede di via Venezia 34 (appena dopo lo stabilimento della Rossi Moda ), dovranno essere ricollocati altrove anche i 12 impiegati, sia del settore tecnico che amministrativo.

Immediata è stata la reazione di protesta delle Rsu interne (Luciano Nante, Marta Squercino ed Isabella Zago) e dei sindacalisti Andrea Gambillara (Flai-Cgil) ed Erminio Gomiero (Fai-Cisl). Già ieri mattina è stata bloccata tutta la produzione e lo stabilimento è stato occupato a tempo indeterminato.

Davanti ai cancelli dell’azienda sono stati già montati due gazebo con bandiere rosse e bianco-verdi davanti, rispettivamente della Cgil e della Cisl. La Cargill Texuturing Solution fa attualmente parte della multinazionale che ha la sede internazionale a Minneapolis, negli Stati Uniti, dove è stata fondata nel lontano 1865.

Gli occupati del colosso Usa sono in tutto 142.000, distribuiti in 66 Paesi. In Italia la Cargill ha il cuore a Milano ed altre sedi anche a Castelmassa, in provincia di Rovigo (una volta di proprietà del Gruppo Ferruzzi Gardini) ed anche a Padova (Galleria Brancalion, ex Pagnan) ed a Chioggia. Nello stabilimento di Vigonza, che prima ha fatto parte dei gruppi Luca’s Meyer e Degussa, vengono prodotte miscele varie e lecitina di soia anche per noti gruppi alimentari, tra cui per Galbani, Ferrero, Nestlè e Rovagnati.

«È’ una chiusura senza giusta causa», sottolinea il delegato Luciano Nante. « L’azienda va bene. L’anno scorso il fatturato ha raggiunto i 45 milioni di euro, con un utile di esercizio di 2 milioni. A Vigonza produciamo miscele di alta qualità. Come mai la proprietà ha deciso la delocalizzazione in Olanda?», aggiunge Nante.

A muso duro anche il commento di Andrea Gambillara: «Viene smantellato un sito produttivo di eccellenza», dice il segretario provinciale della Flai. «Perché, poi, spostare la produzione in un Paese dove il costo del lavoro per unità di prodotto è più alto che in Italia ? Perché gettare alle ortiche l’ottimo know-how che c’e’ all’interno della sede di Vigonza? C’è puzza di bruciato. Chiediamo il ritiro della procedura di mobilità. Anche perché i licenziati, residenti tutti a Vigonza, Padova, Stra e Vigonovo, di questi tempi, non troverebbero più lavoro».

Le parti sociali hanno chiesto e ottenuto un incontro con l’assessore provinciale al Lavoro, Massimiliano Barison che segue personalmente tutte le vertenze sul lavoro in atto. L’incontro è già stato fissato in Provincia per martedì prossimo, 8 maggio.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova