Casa di riposo San Giorgio isola felice indenne dal covid

CASALE DI SCODOSIA

È stato un santo patrono certamente diverso quello “celebrato” ieri a Casale di Scodosia. San Giorgio, però, in qualche modo la sua protezione l’ha data. La casa di riposo a lui intitolata, infatti, è “covid free”, e cioè nessun ospite è rimasto contagiato. Stiamo parlando di una struttura che si trova a pochi chilometri dalla “Scarmignan” di Merlara, dove purtroppo sono già 30 le vittime da inizio emergenza.

«Grazie a Dio, alla fortuna, ma soprattutto al grande impegno e all’attenzione che pone il nostro personale sia nell’attività in sede sia una volta usciti dalla struttura, al momento non ci sono stati casi positivi al Covid-19» conferma il presidente Marco Andriolo «Occorre sottolineare l’altissimo livello di stress che si sta vivendo e l’aumento di lavoro che questa situazione sta comportando e per questo ringrazio tutti».

In questi giorni, peraltro, è in atto un’importante sanificazione della struttura. Una considerazione sul giorno patronato inedito la fa anche Marcello Marchioro, sindaco reggente: «Non nascondo la mia preoccupazione e notti in sonni per il pensiero della nostra casa di riposo. Dovuta alla problematica, senza colpevolizzare nessuno, della vicina casa di riposo di Merlara». Proprio la vicinanza con la casa di riposo merlarese ha pesato nel bilancio dell’emergenza: «Qui siamo arrivato a un picco massimo di 26 persone contagiate, almeno dieci erano dipendenti della Scarmignan. Abbiamo perso tre cittadini: Antonio De Battisti che era ospite della struttura, e poi Fabio Girlanda e Renato Facciolo. Ora la situazione sta migliorando, con negativizzazioni che ci portano a 15 positivi e in quarantena». Marchioro ricorda anche l’impegno per sostenere la Sanità della Bassa: «Mi sono impegnato, assieme ad altri amministratori (non tanti), per ottenere la riapertura del Pronto soccorso a Montagnana dopo la chiusura di Schiavonia. Niente è stato concesso». Ieri Casale si è ritagliato una notorietà grazie ad un post Facebook del Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale, che ha racconto l’esperienza di Leonardo Colturato e Alì Mammer, ventenni volontari. Hanno preso servizio a febbraio quando è arrivata l’emergenza Covid-19 che ha cambiato le loro vite e le loro aspettative. Non si sono tirati indietro, hanno dato la piena disponibilità a disposizione della cittadinanza. ––

N.C.

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