Case fantasma agli studenti Erasmus
Denunciati un 29enne e la sua fidanzata: immobili finti su Facebook, si facevano consegnare caparra e prime mensilità

Adescavano studenti del progetto Erasmus, promettevano loro alloggi in centro storico a canoni concorrenziali, si facevano consegnare la caparra e poi sparivano. Niente casa e niente soldi. Al giorno d’oggi per fare tutto questo bastano un profilo Facebook e un sito internet. L’avevano pensata bene i gestori di Riverooms, pagina Facebook in cui campeggiano ancora foto di mansarde da sogno sulle riviere. Di certo non immaginavano che l’incontro di mercoledì pomeriggio con due studentesse, una spagnola e l’altra inglese, sarebbe stato l’ultimo della loro “carriera”. Entrambi ora devono rispondere del reato di truffa. Lui ha 29 anni ed è originario di Avellino, anche se da tempo vive in città. Lei ha 24 anni ed è moldava.
Insieme, vista anche la giovane età, avevano pensato di pescare nel grande mare degli appartamenti in affitto agli studenti. Con i suoi 65 mila studenti Padova è una città molto appetibile per questo tipo di affari. Il problema è che oltre la facciata non c’era altro. Al momento le truffe accertate sono tre. Il trucco era il seguente. Attraverso il profilo Facebook riuscivano ad accedere ai gruppi creati dagli studenti stranieri in cerca di un alloggio in città. Promuovevano con le foto appartamenti che nella realtà non esistevano e con questo “gioco” di pixel intavolavano trattative. Dalla studentessa spagnola e da quella inglese si sono fatti consegnare 590 euro di caparra e 350 euro per la prima mensilità (settembre). Quando si sono rese conto che la consegna delle chiavi non avveniva, leggendo le mail di risposta con cui si rinviava sempre il momento dell’ingresso in casa, hanno realizzato di essere forse le vittime di una truffa bella e buona.
A fatica sono così riuscite a ottenere un incontro con i due gestori di Riverooms: appuntamento mercoledì pomeriggio sui tavolini del bar Fly di galleria Tito Livio. Prima di sedersi, però, hanno chiamato la polizia. Con l’intervento degli agenti è emerso così il quadro di truffe in atto già da mesi. Entrambi sono stati accompagnati in Questura per gli accertamenti del caso. Ne sono usciti dopo qualche ora con una denuncia per truffa.
Le due studentesse straniere hanno spiegato ai poliziotti di essere state attratte da un appartamento in riviera San Benedetto, alloggio a due passi da ponte Tadi che viene ancora oggi pubblicizzato sulla pagina Facebook.
Prima di loro era stato truffato anche uno studente tedesco e la circostanza è emersa durante gli accertamenti della polizia. Ora gli investigatori della Questura di Padova stanno cercando di capire quante sono le persone truffate. Il fatto che puntassero principalmente agli studenti stranieri potrebbe implicare una certa difficoltà nel definire le proporzioni della truffa.
e.ferro@mattinopadova.it
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova
Leggi anche
Video