C’è un nuovo inquinante nell’acqua del Fratta

Il Cnr su indicazione del ministero ha individuato il perfluoro-alchilico industriale Non esisteva in Italia e non se ne conoscono gli effetti sulla salute umana
Di Nicola Cesaro

MONTAGNANA. Un nuovo inquinante, al momento ritenuto non pericoloso per la popolazione ma oggetto di un’attenta campagna di monitoraggio. Si tratta un perfluoro-alchilico che è stato trovato nelle acque superficiali di almeno una trentina di Comuni veneti. La sostanza, di origine industriale, è utilizzata principalmente per rendere resistenti ai grassi e all’acqua vari materiali come tessuti, tappeti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti. Questo componente, già studiato in alcune acque di Germania e Austria, ma non era mai comparso nelle acque venete. A far emergere la presenza del perfluoro-alchilico nelle acque nostrane è stata una campagna di misurazioni effettuata dal Centro nazionale delle ricerche in accordo con il ministero dell’Ambiente. La problematica interessa anche il nostro territorio, visto che concentrazioni del perfluoro sono state riscontrare nell’area a sud dell’autostrada Valdastico, racchiusa tra l’Adige e i colli Berici ed Euganei, dove è ubicato lo scarico di un collettore consortile. Questo collettore trasferisce i reflui depurati di cinque depuratori (Trissino, Arzignano, Montecchio, Montebello e Lonigo) nel canale Fratta-Gorzone all’altezza di Cologna Veneta, che attraversa quindi il territorio padovano. «L’unico comune padovano interessato alla questione è Montagnana» spiega Antonio Ferro, responsabile del Dipartimento di prevenzione dell’Usl 17 «Da dieci giorni, su incarico del Ministero, abbiamo aumentato i campionamenti e la filtrazione con il carbonio attivo. Al momento, tuttavia, l’inquinante non è considerato pericoloso per la popolazione, motivo per cui non è stata attivata alcuna restrizione». L’Usl 17 sta dunque continuando l’attività di controllo, attendendo nuove direttive da parte del Ministero. «D’altra parte, se ci fosse pericolo per la popolazione, per esempio attraverso l’utilizzo dell’acqua per irrigazione, avremmo già avuto l’obbligo di intervenire» conferma Antonio Salvan, presidente del Consorzio di bonifica Adige-Euganeo «È bene ricordare, inoltre, che prima di arrivare a Montagnana il Fratta subisce un importante opera di diluizione, oltre che di controllo. Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione, dunque le acque del Fratta- Gorzone possono continuare ad essere utilizzate». Ad eccezione, ovviamente, delle aree in cui vigono ordinanze comunali, come quella di Stanghella, dove è stata rintracciata la presenza di salmonella.

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