Cédric Villani, il matematico È lui il teorema vivente

Spiega divertendosi come ha risolto la complicatissima equazione di Boltzmann “Noi cerchiamo le verità senza la pretesa di spiegare il mondo”
Di Vera Mantengoli

VENEZIA. La matematica un insieme di numeri? Forse per chi è stato traumatizzato dalla classica prof occhialuta che chiamava alla lavagna gli studenti obbligandoli a ripetere le tabelline a memoria. Eppure per il francese Cédric Villani, uno dei più grandi cervelloni esistenti, la matematica non ha nulla a che vedere con i numeri, quanto semmai con i simboli e con le immagini. Di recente all’Istituto Veneto di Venezia un piccolo gruppo di matematici e filosofi italiani e francesi aspettavano Villani per sentire dalla sua stessa voce la spiegazione di come ha risolto insieme a Laurent Desvillettes l’equazione di Boltzmann, ricerca complicatissima che lui descrive con semplicità e divertimento in «Il Teorema Vivente», edito da Rizzoli 2013. Il libro, un’avventura entusiasmante nella mente geniale del quarantenne francese, accompagna il lettore nella quotidianità di uno scienziato e anche nei suoi sogni che fungono comunque come indizi per trovare il bandolo della matassa di un universo in continua rivelazione. La guest star del convegno dedicato a un matematico friulano, Gregorio Ricci Curbastro, sembrava un personaggio uscito da un film di Tim Burton: un uomo dall’aria romantica, alto ed elegante, vestito di nero con un panciotto da cui fuoriusciva la catenella di un orologio inserito in un piccolo taschino e una grande spilla di perline di vetro a forma di ragno posta sul bavero della giacca. Insomma un personaggio, ossessionato dalla ricerca della verità: «Il matematico è più modesto del filosofo – racconta insieme al collega Yves André – perché vuole dimostrare la verità di un teorema senza avere pretese di spiegare il mondo e mette in gioco tutte le dimostrazioni possibili per farlo. La matematica è democratica perché è aperta a tutti e chiunque può partecipare e in questo è diversa dalla religione che vuole essere autoritaria. Anche noi matematici cerchiamo le ragioni fondamentali dell’esistenza, ma lo facciamo procedendo con la dimostrazione logica di modelli». Villani parla della matematica mettendola nelle cose e mostrando come in ogni momento la usiamo senza accorgercene: «Il computer non è un assemblaggio di pezzi, ma ha una struttura che rappresenta dei concetti. Quello che differenzia la matematica dalle altre scienze è la scrittura che l’avvicina molto alla musica, ma per il resto è una scienza aperta a tutte le altre e che vuole dialogare con tutte le altre». Da questa ottica l’esercizio matematico è anche un esercizio per imparare a vivere. È l’uomo, un po’ come il ragno, che costruisce la sua perfetta ragnatela: «Non esiste il destino – afferma il direttore dell’Institut Henri Poincaré, medaglia Fields nel 2010 - Il destino è il tentativo dell’uomo di dare un senso al caso. Per questo trovo che sia gioioso e appassionante risolvere i problemi perché in ogni momento tutto può cambiare con qualche colpo di scena e questa è la vita».

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