Chiusi ieri i battenti del bar Borsa In bilico il futuro dello storico locale

Ospitato da palazzo Franceschetto fu lo scenario per il film di Mario Monicelli con i due giovanissimi Accorsi e Pandolfi
DORO-FOTOPIRAN-CITTADELLA-BAR BORSA
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Serrande abbassate al bar Borsa a Cittadella, è giallo dentro le mura: lo storico bar chiude davvero? Come è possibile che il Borsa si fermi? O si tratta di una sospensione temporanea, in attesa del passaggio di testimone nella gestione firmata da un noto marchio di caffè?

Le piazze – virtuali e reali – nella giornata di ieri sono state occupate nella discussione sul futuro di una realtà inserita in uno degli scorci più belli della città murata, in piazza Pierobon, a due passi dal Duomo, nel contesto di palazzo Franceschetto.

Chat e chiacchiere di tutte le generazioni sono animate e animose: il Borsa si è ritagliato la sua dimensione di luogo istituzionale, luogo del cuore, e non è pensabile vada in archivio. Eppure più di qualcuno ieri ha notato persone indaffarate a sistemare, pulire, mettere in ordine. La gestione uscente, in buona sostanza, stava effettuando gli ultimi lavori prima di abbassare la saracinesca. Si preferisce non dire nulla, nessuna dichiarazione, c’è poca voglia di parlare.

Trapela solo una certa amarezza «soprattutto per i rapporti con i clienti, mancheranno»: perché sono infiniti gli incontri e sono ricchi di colori gli scambi dialettici che avvengono al bancone di un bar, tra un caffè e un aperitivo. Ma resta il dubbio: il Borsa serra i battenti in attesa di vaghe nuove fortune o c’è già un’idea di riapertura? Sarà questione di giorni o di settimane? O addirittura non esiste la data della ripartenza nel calendario?

I cittadellesi si dividono in più fazioni. C’è chi si fa prendere dalla nostalgia e rimembra i fasti antichi, le partite a briscola e le ombre; altri vanno con il pensiero al Borsa dipinto dal maestro della commedia all’italiana Mario Monicelli in “Come quando fuori piove”, con due giovanissimi Stefano Accorsi e Claudio Pandolfi a gustare qualche bevanda e a farsi due chiacchiere, e ormai son passati vent’anni. Ai malinconici, però, fanno da contraltare gli arrabbiati: il rischio che venga strappato un pezzo di storia locale suscita sdegno e rabbia. E nel mirino, ancora una volta, sono finiti gli affitti del centro storico.

Nei mesi scorsi una serie di chiusure lungo via Garibaldi, fra Porta Padova e il quadrivio, aveva suscitato una preoccupazione diffusa, con il Comune che ha ritenuto opportuno attivare dei tavoli con i commercianti, individuando misure di rilancio.

Ma resta il nodo che i metri quadrati dentro le mura hanno costi importanti, che per alcune attività rappresentano una zavorra insostenibile.

Il braccio di ferro – fra interessi privati e l’interesse generale ad avere un centro vivace – è in corso. In attesa di capire chi la spunterà, rimane la speranza che la luce del Borsa non si spenga. —

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