Scaglia lo scooter contro un vigile urbano
Il giovane non aveva la patente. Lo scooter era sprovvisto di assicurazione, non revisionato e nemmeno di sua proprietà

Ha sfidato il traffico, le regole e persino la logica, lanciandosi a tutta velocità nel cuore del centro storico di Cittadella.
In sella a uno scooter, ha imboccato Porta Padova come se fosse una pista, zigzagando tra le auto sotto gli occhi attoniti dei passanti.
Una pattuglia della polizia locale, appiedata in piazza Pierobon, gli ha intimato l’alt. Sembrava volersi fermare. Invece ha rilanciato la corsa, scappando a tutto gas verso Porta Treviso.
A quel punto gli agenti sono saliti in auto e si è aperto un inseguimento ad alta tensione. Il fuggitivo ha svoltato in via Pilastroni, poi ha puntato deciso verso Riva Ospedale.
Qui il colpo di scena: ha lanciato lo scooter sul marciapiede, rischiando di investire gli stessi agenti che lo stavano inseguendo. Subito dopo ha tentato la fuga a piedi, nel tentativo disperato di far perdere le sue tracce tra le vie secondarie.
Ma la corsa è durata poco. Gli uomini della polizia locale lo hanno raggiunto e fermato lungo la riva, dopo pochi metri di inseguimento a piedi. Il protagonista, identificato come T.W., 25 anni, residente a Roma ma domiciliato a Tombolo, è risultato già noto alle forze dell’ordine per spaccio di droga e ricettazione.
Non aveva la patente. Lo scooter era sprovvisto di assicurazione, non revisionato e nemmeno di sua proprietà.
Una fuga senza senso, se non per sfuggire all’ennesimo controllo, finita con una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale, ai sensi dell’articolo 337 del codice penale. Nessuna misura restrittiva è stata disposta dal pubblico ministero, ma gli atti sono stati trasmessi all’autorità giudiziaria per le ulteriori valutazioni del caso.
«Non si deve mai scappare alle forze di polizia», ha commentato il comandante del Distretto Pd1a, Gledis Sambugaro.
«In questi casi bisogna agire con tempestività e attenzione, per garantire l’incolumità pubblica e portare comunque i responsabili davanti alla giustizia».
Una fuga inutile, finita peggio di come era cominciata: tra sirene, accuse e un’altra pagina da aggiungere al suo curriculum giudiziario.
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