Cittadella, parole indegne di un sindaco

"Extracomunitari e stranieri fuori": un linguaggio inammissibile 
Il sindaco di Cittadella Pierobon
Il sindaco di Cittadella Pierobon

"Extracomunitari e stranieri sbattuti fuori".

Buttare fuori si dice di cose non di persone, siano esse civili o incivili, oneste o colpevoli di qualsivoglia reato. In ogni caso un simile linguaggio, difficilmente tollerabile se a pronunciarle è una persona ebbra all’osteria, è inammissibile in bocca a un amministratore o a un funzionario pubblico.

Se questo linguaggio, poi, appare scritto e ripetuto su più annunci e comunicati stampa di un comune come quello di Cittadella, in giorni diversi - usando alternativamente «buttati» e «sbattuti fuori» - allora c’è da preoccuparsi.

Perché una cosa è certa, chi pronuncia o scrive certe parole, sia essa una funzionaria del Comune, imbeccata dal suo sindaco, o sia il sindaco stesso, è indegno della carica che ricopre, perché dimostra di non riconoscere la dignità al prossimo.

Se poi questo prossimo si è macchiato di una qualche reato va perseguito per legge, non dileggiato, offeso, deriso o disprezzato. Quando il sindaco di Cittadella «Dottor Luca Pierobon» afferma testualmente «Siamo stanchi, sbattiamo fuori questi extracomunitari», forse per far vedere che non ha nulla da invidiare ai suoi “illustri precedecessori” Massimo Bitonci e Giuseppe Pan, entrambi leghisti, l’uno diventato sindaco di Padova e l’altro assessore regionale, offende non un rumeno e un ghanese senza tetto che vivono di espedienti e piccoli reati, disprezza non solo chiunque sia deviante o diverso, ma dimostra la totale mancanza di umanità e porta nocumento al ruolo che ricopre e che è garante di tutti, anche quando è necessario prendere provvedimenti duri nei confronti di qualcuno.

Anzi, proprio in simili circostanze diventa necessario dosare le parole, perché quelle usate da lui non sono pietre ma frustate sulla faccia della dignità umana. 

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