Cittadinanze facili due dipendenti del Comune sotto accusa

Ritenuti complici di 3 brasiliani che “aiutano” i connazionali  a diventare cittadini italiani rivendicando lo “ius sanguinis”



Processo concluìdo, iter concluso. E giù con una sfilza di faccioni sorridenti, tutti con il documento in mano davanti al municipio di Piombino Dese. Cosa si nascondesse dietro quel mosaico di foto di brasiliani felici per aver ottenuto la cittadinanza italiana l’hanno scoperto gli investigatori della Squadra mobile di Mauro Carisdeo, che ora contesta i reati di falso ideologico in atti pubblici e introduzione illegale di stranieri nel territorio nazionale a due dipendenti dell’Anagrafe di Piombino Dese. Indagati sono anche tre brasiliani che vivevano tra Piombino Dese e Resana, uno di loro è il responsabile dell’associazione Dal Pont Assessoria Cidadania Italiana che faceva da intermediario tra i brasiliani desiderosi di prendere la doppia cittadinanza e i funzionari del municipio.

l’indagine

Tutto ha inizio grazie al fiuto dei poliziotti dell’Ufficio Passaporti della Questura, i quali si accorgono di una impennata di cittadinanze italiane rilasciate iure sanguinis dal Comune di Piombino Dese. Segnalano la stranezza alla Squadra mobile che inizia a indagare e individuo subito un gruppetto di brasiliani di cui fa parte il responsabile dell’associazione. Nasce quindi l’indagine che viene affidata al pubblico ministero Silvia Golin.

l’accusa

Gli investigatori della polizia sospettano che in tutti questi casi le pratiche per ottenere la cittadinanza da parte di brasiliani che vantano antenati veneti siano state velocizzate oltre modo. In alcuni caso servono persino sei mesi, a Piombino Dese se la cavavano con soli 18 giorni di attesa. I due dipendenti del Comune, stando agli accertamenti condotti fino a questo momento, erano ben inseriti nell’associazione di brasiliani. Erano loro, sempre secondo l’accusa formulata dalla Procura di Padova, ad agevolare i richiedenti nel percorso per ottenere la cittadinanza con una sforbiciata importante dei tempi previsti e, in qualche caso, anche delle pratiche richieste. «Un aiuto importante, che assicurava al gruppo lauti guadagni», spiegano in Questura, dove però l’indagine è ancora in fase embrionale e dove molti punti devono ancora essere chiariti. Uno tra tutti: che giro di denaro c’era dietro questo meccanismo di ottenimento delle cittadinanze? Chi pagava chi? Nel canovaccio investigativo imbastito dalla Squadra mobile i due dipendenti comunali erano certamente il “terminal” di questo sistema. Il dubbio è che fossero loro a percepire denaro.

la perquisizione

Anche perché dopo aver ottenuto il tanto desiderato documento potevano recarsi in Questura a chiedere il passaporto e, in un secondo momento, potevano pure richiedere il ricongiungimento familiare facendo arrivare in Italia i parenti stretti. Venerdì mattina gli investigatori della Mobile si sono presentati in municipio, dove hanno sequestrato pacchi di documenti in Anagrafe.

il precedente

C’è un precedente analogo scoperto qualche mese fa nel nord Italia, con collegamenti in provincia di Padova. Con 7 mila euro si poteva ottenere la cittadinanza italiana e un ingresso da residenti nell’Unione Europea. Un giro d’affari da oltre 5 milioni, andato all’aria grazie agli investigatori della Squadra mobile di Verbania.

L’inchiesta della Procura piemontese è arrivata anche in provincia di Padova, precisamente nella canonica di don Emanuele Gasparini, parroco di Vescovana, Santa Maria d’Adige e Barbona. Il religioso è stato denunciato per la falsificazione di un attestato di battesimo.

I poliziotti hanno smascherato un sodalizio criminale che induceva in errore i pubblici ufficiali delle Anagrafi, facendo apparire i brasiliani come residenti nei Comuni delle province di Verbania e Novara, per ottenere l’iscrizione nei relativi registri, necessaria a perfezionare la pratica di cittadinanza. Il giro di falsi ideologici ha portato a cinque arresti tra Piemonte e Lombardia. Titolari di agenzie che, a fronte di un compenso medio di 7 mila euro, certificavano inesistenti legami di sangue con avi italiani. Dunque il business è quanto mai fiorente. —



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