Claudio, crociata contro i preti: "Mi hanno remato contro"

Pronta una crociata ad Abano Terme contro i sacerdoti, l’Ascom e l’Assoalbergatori
BELLUCO - FOTOPIRAN - ABANO - FESTA LUCA CLAUDIO IN COMUNE
BELLUCO - FOTOPIRAN - ABANO - FESTA LUCA CLAUDIO IN COMUNE

ABANO TERME. Un altro, a questo punto, direbbe che no, non è importante, i record sono solo numeri, andiamo avanti, c’è da fare. Luca Claudio invece lo sa bene che quattro elezioni di fila - per quanto se ne sappia in giro - non le ha mai vinte nessuno.

Il trionfo di Luca Claudio ad Abano, è al quarto mandato alle Terme

Sì, Leoluca Orlando è stato sindaco quattro volte a Palermo, ma non consecutivamente. Così anche Vincenzo De Luca in Campania. «E comunque non con la nuova legge elettorale», sottolinea lui, con malcelato orgoglio. «E nessuno ha mai vinto da indagato». Sono medaglie che luccicano.

Un altro, a questo punto, direbbe che sì, è stata una campagna durissima, velenosa, anche scorretta, però è acqua passata, bisogna guardare avanti e ricucire gli strappi. Luca Claudio invece dice di non aver più intenzione di sostenere la benché minima ipocrisia. E dunque annuncia: «Non sarò il sindaco di tutti. Ascolterò i miei avversari, ma non li riconosco».

BELLUCO - FOTOPIRAN - ABANO - FESTA LUCA CLAUDIO IN COMUNE
BELLUCO - FOTOPIRAN - ABANO - FESTA LUCA CLAUDIO IN COMUNE

Un altro in effetti non può essere Luca Claudio. Lui, invece, il principe delle Terme - dieci anni con lo scettro a Montegrotto e ora dieci (forse) ad Abano - è sicuramente altro, nel senso di diverso, non conforme, alieno al sistema. «Per questo me la fanno pagare, in tutti i modi. Non ho padrini, né protettori. Non prendo tessere da quella volta lì con Alleanza Nazionale. Abbraccerei un progetto, ma non un partito, perché lì vedo soltanto inciuci, giochi di potere. E comunque siccome non me lo chiedono, il problema non si pone».

Nel pomeriggio dopo la vittoria, il nuovo vecchio sindaco di Abano è nel suo ufficio. Sulla porta i dipendenti hanno affisso un cartello: “Chiuso per lutto”. Scherzano, si ipotizza. Lui, di suo, lì dentro non ha più niente. «Avevo portato via tutto», racconta. «Lo faccio sempre, non per scaramanzia ma per gentilezza. Avesse vinto lei... ». Lei, Monica Lazzaretto, la sua sfidante, ha perso di quasi 500 voti. «Eppure era avvantaggiata. È una donna, volto nuovo, pulita. E tutti gli sconfitti del primo turno dicevano in giro di votare per lei. Poi anche i preti. Ma spostare voti non è facile. Ha fatto una bella campagna elettorale, ma se io non fossi stato indagato avrei vinto di venti punti al primo turno, come avevo fatto a Montegrotto». È sempre così, Luca Claudio. Debordante. Mica per caso sull’avambraccio destro si è tatuato “Vivere o niente”. Ma oggi esonda più del solito. Perciò costringe a spostare di due tacche più in là il concetto di fiume in piena.

BELLUCO - FOTOPIRAN - ABANO - FESTA LUCA CLAUDIO IN COMUNE
BELLUCO - FOTOPIRAN - ABANO - FESTA LUCA CLAUDIO IN COMUNE

Facciamo il gioco delle sliding doors. Cosa sarebbe stato se quel giorno lì, prima della sua candidatura alle Regionali, non fosse arrivata la Finanza. Se lui non fosse stato indagato, le manette date per imminenti e poi mai scattate. Quattordici mesi a camminare su un filo. «Sarebbe successo che sarei entrato in consiglio regionale e avrei fatto una battaglia per le terme, dal punto di vista della sanità. Ci tenevo, a quell’elezione. Ero stanco, e lo sono, di fare sempre il sindaco. Ogni giorno in trincea per 2.100 euro al mese, è un lavoro enorme, lo faccio da quindici anni, un sacco di battaglie, tanti nemici».

BATTAGLIE La prossima è già pronta. Luca Claudio ha già preso la mira: «Ora», scandisce, una parola per volta. «Ora. Voglio. Capire. Come. Funziona. Il. Cattocomunismo». Bum! Spiegazione: «Nei patronati, a Montegrotto, nei circoli pastorali. E in chiesa, nelle prediche e nei confessionali. In questi posti si consigliava di votare Mortandello (che poi ha vinto a Montegrotto, ndr) e Lazzaretto. Ma perché un prete suggerisce la sinistra, anzi il centrosinistra? Ecco, io voglio capirlo. Scriverò al vescovo di Padova, lo incontrerò, ma voglio arrivare fino al Vaticano». Dice che è ansia di capire più che desiderio di vendetta. «È la stessa ragione per cui voglio farmi eleggere a Venezia o a Roma. Voglio andare lì e dare la sveglia a tutti, capire perché sviliscono la politica». Questa cosa di dare la sveglia la stanno facendo già i Cinque Stelle e vincono. «Vabbè, era prevedibile», commenta Claudio. «A Roma si sapeva da tempo, Torino è la sorpresa e il Pd dovrebbe preoccuparsi. Ma io ho un consiglio per Grillo». Un consiglio? «Sì. Questa cosa di crocifiggere uno che prende un avviso di garanzia non è tollerabile. È populismo, alla lunga non paga. Credo che lo cambieranno non appena uno dei loro big avrà il minimo guaio. Bisogna essere garantisti».

A guardarsi intorno, lui dice che era tutto previsto. «Il centrosinistra ha pagato l’impopolarità di Renzi. Lazzaretto era vista come una dell’apparato. E il centrodestra qui non aveva speranze. Ci sono già io. Nessuno può essere più destra di me, alle terme, neanche la Lega che mi ha copiato le ronde e i crocifissi. Ma io sono più avanti. Sono stato il primo a celebrare le unioni civili, smentendo chi crede che a destra siamo tutti omofobi. Io sono tollerante. Abano con me è diventata Islam friendly. E anche animal friendly. Le porte della città sono aperte per tutti quelli che rispettano le regole. E chiuse per chi ostenta. Io non ospiterei mai un Gay Pride ma neanche il Family Day».

Pausa. Ha la faccia stanca, la festa è finita alle sei del mattino. È ora di rilassarsi, ma c’è sempre quell’inchiesta, la tangentopoli delle terme. Ci sono quelle voci che dicono: ora lo arrestano. «Io non riesco a essere sereno. Vivo ogni giorno con preoccupazione, sarà così finché non si scrive la parola fine. Continuo a credere che la magistratura abbia interferito con la mia carriera politica, probabilmente in modo non calcolato, forse perché strumentalizzata da qualcuno. Però credo anche nella giustizia, in un’aula di tribunale mi sento al sicuro e sono convinto che alla fine verrà fuori la verità. Fino ad allora, però, non potrò mai essere sereno. E in quest’ultimo anno non lo sono mai stato, neanche per un momento». Ora è il momento di guardare avanti. Ma prima Claudio sembra avere conti da regolare, e non solo con i preti. «Ho avuto contro il presidente del’Assoalbergatori, quello dell’Ascom, le loro posizioni non mi sono piaciute. Ecco, io non sarò il sindaco di chi si è schierato così apertamente contro di me. Non cerco consensi, non amo i perbenismi. Amministrerò con il buonsenso, ma senza ipocrisia». Per quanto, chissà. Perché se passa un altro treno, Claudio sicuramente lo prende. «Non rinuncio all’ambizione di portare questo territorio a livelli più alti. Se lo merita». Nel frattempo riuscirà - giura - a fare il sindaco come sempre. «Ho già in mente un piano che consentirà di colorare tutte le case. Abano come Burano, non soltanto le strade e i dossi, tutto deve essere colorato e vivace. Tutto deve trasmettere positività». Poi c’è chi ancora si chiede perché l’hanno votato.

Argomenti:comunali 2016

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova