Cocktail di farmaci, suicida in Psichiatria

PADOVA. Era ricoverato in Psichiatria in seguito ad un trattamento sanitario obbligatorio eseguito a metà gennaio. L’altra sera R.M., 29 anni, residente a Forcellini, è morto per una sospetta intossicazione da farmaci. Si è tolto la vita da solo in reparto ed è il motivo per cui ora la Procura vuole vederci chiaro.
Della tragedia trapela poco perché viene tenuta ancora sotto stretto riserbo. Una morte del genere, in ospedale, in un reparto che dovrebbe essere attrezzato per gestire pazienti non proprio “in equilibrio”, una morte del genere crea un certo imbarazzo.
Il giovane è stato soccorso martedì sera. Hanno provato a rianimarlo e a praticargli alcune flebo ma non c’è stato nulla da fare. Il suo cuore si è fermato e ora la salma è a disposizione dell’autorità giudiziaria. Perché nessuno vigilava? Come mai ha avuto accesso alle dispense dei farmaci? Come è possibile che un paziente con una simile patologia certificata non venga vigilato? Tutte domande che si stanno facendo in Procura.
R.M., ex liceale del Cornaro, negli ultimi anni era diventato un ragazzo difficile. Alcuni conflitti interiori l’avevano spinto oltre il confine. E così lo scorso mese di aprile era finito anche in manette a Vicenza. Aveva provato a rubare una bicicletta a un’anziano e, vistosi scoperto, non aveva esitato a sferrargli un pugno in faccia. Episodio finito malissimo per il ventinovenne padovano che è stato prima fermato dai passanti e poi arrestato dalla polizia.
Evidentemente continuava a covare un malessere interiore difficile da gestire e così il 12 gennaio scorso è rientrato in ospedale nell’ambito di un trattamento sanitario obbligatorio: medici, forze dell’ordine e sindaco hanno ritenuto che R.M. fosse da sottoporre a una terapia psichiatrica per evitare che potesse nuocere alla collettività.
Evidentemente non ha retto all’ennesimo ricovero ed è riuscito trovare il modo per togliersi la vita in reparto: una tragedia che dovrà essere chiarita in tutti i suoi contorni.
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