Colla topicida «anti-spaccio»

Un residente l’ha stesa sui gradini dove si vende la droga

ARCELLA.

Esasperato dal via vai degli spacciatori e dei balordi che, da 20 anni, bivaccano nell’area compresa tra vicolo Tiziano Aspetti e via Annibale da Bassano, non ha esitato a mettere grossi strati di colla topicida sui gradini che si trovano a pochi metri dalla piccola sala scommesse del rondò Borgomagno. Ancora una volta Emilio Masiero, ex titolare della discoteca Capannina Arpax a Torreglia e residente da 25 anni sul lato ovest del cavalcavia, diventa protagonista nella lotta al degrado dell’Arcella. Per avvisare pubblicamente i cittadini e gli stessi spacciatori, Masiero senior ha anche affisso due cartelli, scritti a mano con un pennarello nero, sui muri vicini, sui quali è stato evidenziato il seguente messaggio: «Non sedetevi. Colla topicida anti-spaccio. Se volete spiegazioni, parlate con il mio cane, che ha studiato lingue».

Il «Don Chisciotte» solitario contro lo spaccio fa riferimento a York, un giovane e bellissimo Rotweiler di colore marrone, con il quale Masiero se ne va a spasso tante volte per il rione sfidando tutti quelli che trasgrediscono le regole vigenti. Un anno e mezzo fa solo per un pelo una lite tra di lui e tre spacciatori africani non si trasformò in tragedia dopo un violento alterco sotto le finestre della sua casa. «Prima dell’arrivo dell’estate, la situazione a Borgomagno sembrava migliorata», spiega il cavaliere solitario contro gli spacciatori, «con il caldo, invece, il bubbone del degrado si è allargato ulteriormente e si è aggravato. Sono tornati alla grande sia gli spacciatori tunisini sia i nigeriani. Il boschetto di vicolo Tiziano Aspetti è (ri)diventato luogo di bivacchi continui sia di giorno che di notte. Il percorso della vergogna verso via Jacopo Avanzo è sempre strapieno di bottiglie vuote e di altri rifiuti abbandonati sul posto da sfaccendati di tutte le etnie che non hanno mai saputo l’educazione dove sta di casa. Il problema non è solo di natura repressiva. Il Comune deve mettersi in testa che ora di far chiudere tutti i negozi etnici che contribuiscono in modo determinate all’espandersi dell’illegalità».

Felice Paduano

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