Comprano i tondini in ferro destinati al fondo dell’A31

Sotto indagine il legale rappresentante e una dipendente dell’Euganea Rottami Con altri quattro complici avrebbero truffato l’Autostrada Brescia-Padova
Cesaro, AG. ZANGIROLAMI, 31 Ago 15.Inaugurazione tratta autostrada A31 Valdastico sud Noventa-Agugliaro. Nella foto: apertura nuovo tratto autostradale dalle ore 17.00.Ph. Zangirolami
Cesaro, AG. ZANGIROLAMI, 31 Ago 15.Inaugurazione tratta autostrada A31 Valdastico sud Noventa-Agugliaro. Nella foto: apertura nuovo tratto autostradale dalle ore 17.00.Ph. Zangirolami

VO’. Quel ferro doveva trovarsi sotto il manto stradale dell’A31 ed invece è finito nel mercato illecitamente. Chi l’ha rivenduto lo sapeva e per questo è finito sotto indagine: si tratta di Mario e Romina Cestaro, 68 e 44 anni, il primo residente a Vo’e la seconda a Noventa Vicentina.

I due sono legale rappresentante (lui) e dipendente (lei) della Euganea Rottami spa, società di Orgiano finita nel mirino della magistratura vicentina. Il pubblico ministero Roderich Blattner ha inviato nei giorni scorsi l’avviso di chiusura delle indagini preliminari a carico dei due padovani e di altre quattro persone: Antonietta Taddeo, 54 anni, di Isernia; Fabio Vacca, 33 anni, di Isernia; Fabio Fantozzi, 36 anni, residente a L’Aquila; Antonello Cifelli, 33 anni, di Isernia.

I sei indagati, difesi dagli avvocati Rosetta Licciardello e Marco Dal Ben, sono accusati di aver orchestrato una truffa ai danni della società Autostrada Brescia-Padova, titolare dell’A31 Valdastico Sud. L’accusa è di aver sottratto, e poi fatto rivendere, del ferro che doveva invece essere sistemato nel fondo dell’autostrada.

I quattro imprenditori del Centro Italia sono legati alla Costruzioni Generali Vacca Fabio & C. , realtà impegnata nel cantiere dell’autostrada che tocca anche la provincia padovana. Il quartetto, tuttavia, nel realizzare il fondo di un segmento autostradale avrebbe inserito il cinque per cento in meno di barre di ferro rispetto alle previsioni del progetto, che indicava 65 tonnellate di ferro d’armatura per ogni chilometro.

In tutto sarebbero state “risparmiate” 65 tonnellate di ferro, venute meno nel tratto di Agugliaro, dunque ai confini con il Padovano, dell’A31. I lavori erano stati eseguiti tra il 2012 e il 2013. Fondamentale, nella rivendita del ferro (per un valore di almeno 36 mila euro), è stato il ruolo dei Cestaro: la loro società avrebbe acquistato e rivenduto il materiale sottratto dal fondo della Valdastico Sud.

Secondo l’indagine svolta dal pubblico ministero, i due erano a conoscenza del fatto che quel ferro era stato sottratto dal progetto autostradale, cantiere realizzato per conto dello Stato. Da qui l’accusa di ricettazione. La società Autostrada Brescia-Padova, supportata dal legale Fabio Pinelli, procederà probabilmente a una richiesta di danni. La frode era emersa in seguito ad un esposto molto dettagliato, che ha portato ad accertamenti e a carotaggi.

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