Condanne per 39 anni alla banda dei bancomat

GUIZZA. Trentanove anni di reclusione complessivi per la banda dei giostrai che assaltava con l’esplosivo impianti bancomat sparsi nel Nordest e in Emilia Romagna. Un’operazione condotta dal pubblico ministero Benedetto Roberti.
Goran Malacarne di Cismon del Grappa, Erik Malacarne di Santa Lucia di Piave (Treviso) e Daniel Rizzetto di San Martino di Lupari sono stati condannati ciascuno a 10 anni e 6 mesi di reclusione e 2.800 euro di multa. Joi Major di Treviso, 3 anni 11 mesi e 933 euro di multa, (tutti e 4 sono stati condannati anche al pagamento delle spese di mantenimento in carcere), Pamela Levanovich di Santa Lucia di Piave, 1 anno, Renato Gazzola, 8 mesi. In precedenza Giuseppe e Sandy Malacarne, avevano patteggiato 8 mesi solo per lacune contestazioni.
Anche le intercettazioni in carcere inchiodano alle loro responsabilità gli autori dei colpi. Erik Malacarne il 3 aprile 2012 è a colloquio con la sua compagna e dice in merito al sopralluogo effettuato dai carabinieri: «...Pensano di trovare i mitra...ne ho io di mitra fin che vogliono, non li trovano no, quando vengo fuori li uso e non mi fermo più, sparo anch’io come hanno fatto loro, brutta razza... non mi interessa nulla, mi sparano addosso e allora gli sparo addosso anch’io, tre mitra ho io». Pamela allora gli dice che sarebbe meglio che andasse a lavorare quando esce dal carcere, altrimenti dovrà tornare dentro. Erik ridendo le dice: «Per loro devo andare a lavorare? Così la soddisfazione è loro? Appena hanno chiuso l’indagine mi compro una casa. Il pubblico ministero Benedetto Roberti ha coordinato l’azione dei carabinieri che sono riusciti ad assicurare alla giustizia i responsabili di 21 assalti con l’esplosivo a sportelli bancomat e casse continue nelle provincie di Padova (Piombino Dese (Bcc Trevigiano) e Anguillara Veneta (Unicredit), Ferrara, Forlì Cesena, Modena, Ravenna, Udine e Verona, per un danno di due milioni di euro. L’operazione è stata chiamata “Sbanco-mat”. Tutto è iniziato da una targa falsa: era il 15 marzo scorso, di notte. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Padova, notano la macchina, al terminale risulta radiata. La seguono fino nel ravennate dove gli occupanti assaltano un bancomat. Hanno un secondo colpo da fare, ma ci rinunciano, visto che c’è pure un elicottero dell’Arma che sorveglia la zona. Al ritorno trovano i carabinieri a Padova sud, speronano un’auto della polizia e fuggono a piedi, dopo aver fatto 800 metri in retromarcia. In due finiscono in manette subito, il terzo fugge a piedi tra Albignasego e la Guizza e viene preso poche ore dopo.
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