Confcommercio Padova, Bertin: "Sì a una capitale del Veneto a tre"

Patrizio Bertin rilancia la proposta della presidente di Assindustria Venetocentro Maria Cristina Piovesana. E chiama "alle armi" la società civile
PADOVA. Una capitale del Veneto a tre: Padova, Venezia e Treviso, che chiuda il triangolo con Milano e Bologna. Il presidente di Ascom Confcommercio Padova Patrizio Bertin rilancia la proposta della presidente di Assindustria Venetocentro Maria Cristina Piovesana. E chiama "alle armi" la società civile. 
 
Ecco l'intervento di Bertin: 
 
"Il "sasso in piccionaia" lanciato dalla presidente di Assindustria Venetocentro mi trova pienamente d'accordo, soprattutto laddove richiama l'urgenza che venga dalle componenti economiche, sociali e culturali rappresentate da Camere di Commercio, Associazioni, Fondazioni bancarie e Università, l'"innesco" per realizzare quel vertice (una "capitale") che ancora non c'è ma che dovrebbe determinare l'affermazione del triangolo Milano, Bologna, Padova-Treviso-Venezia.
 
Condivido anche la motivazione di questa "chiamata alle armi" della società civile da parte della presidente Piovesana: l'impossibilità da parte della politica, almeno per come la si intende adesso, di rappresentare un traino forte, presa com'è a sviluppare conflittualità e competitività a fini elettorali più che a cercare soluzioni comuni.
 
D'altra parte, ciò che oggi viene messo nero su bianco dalla presidente di Assindustria Venetocentro, è il riverbero di due significative iniziative messe in campo dall'Ascom Confcommercio di Padova nel corso dell'anno che si appena concluso: il nostro grande convegno dello scorso 5 maggio in Palazzo della Ragione e il "giro di consultazioni" di "Tutti convocati" che ci ha visti interloquire con Comune, Provincia, Regione, Camera di Commercio, Università e Fondazione Cassa di Risparmio.
 
Soprattutto nella prima delle due iniziative, quella in Palazzo della Ragione, erano stati i dati di InfoCamere e l'elaborazione del prof. Gubitta a sancire la presenza di un nuovo "triangolo" tra Milano, Bologna e Padova che andava a sostituirsi (più nell'immaginario collettivo che non nella sostanza visto che di quella stagione postbellica si sono da tempo perse le tracce) al celebrato triangolo industriale Milano, Torino, Genova.
 
Con un accento particolare: il nuovo "triangolo" è a trazione terziaria visto che ben più della metà delle imprese sono ormai concentrate in attività di servizio. Il che non esclude un'altrettanta forte presenza manifatturiera. Anzi: è proprio nel terziario, per certi versi "supplente" di quelle infrastrutture che Piovesana, giustamente, lamenta alquanto carenti, che la manifattura può trovare quel sostegno che la presidente si augura possa sfociare in un progetto condiviso di capitale metropolitana del Veneto..
 
A questo, peraltro, puntava la nostra seconda esperienza alla quale facevo accenno in precedenza, ovvero la "consultazione" con quelli che vengono definiti gli stakeholder e che, proprio in una visione complessiva di collaborazione, si concluderà nelle prossime settimane con un "vertice" che, al di là delle istituzioni, coinvolgerà anche le associazioni di categoria. Sarà quella un'occasione, magari non unica ma sicuramente rara, per rilanciare quanto è negli auspici non solo della presidente Piovesana, ma di quanti, e io fra questi, vedono un futuro di grande prospettive per il nostro territorio.
 
Per concludere: dal mondo dell'impresa arriva forte il richiamo ad una responsabilità che, libera da certe "sparate" su capitali "futuribili" ma non auspicabili, faccia del territorio centrale del Veneto il vero fulcro dal quale partire per individuare magari pochi ma concreti obiettivi per fare della nostra regione un interlocutore credibile in Italia ed in Europa
 

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