Coop Giotto, servono detenuti-lavoratori ma è un problema inserirli

I detenuti del carcere Due Palazzi impiegati come lavoratori all’interno della cooperativa sociale Officina Giotto sono 150: cento sono occupati nel call center che lavora per aziende quali gli...

I detenuti del carcere Due Palazzi impiegati come lavoratori all’interno della cooperativa sociale Officina Giotto sono 150: cento sono occupati nel call center che lavora per aziende quali gli ospedali di Padova e Venezia e Fastweb, cinquanta come pasticcieri, sotto la guida del maestro Matteo Florean. Producono panettoni, colombe, brioche e altri dolci, che vengono sfornati ogni giorno e finiscono nei bar più popolari. «Il fabbisogno di detenuti-lavoratori, specialmente al call center, cresce anno dopo anno», sottolinea Nicola Boscoletto, direttore della Coop Giotto, ma non sempre l’inserimento risulta scontato perché le normative nazionali non sono state ancora aggiornate. Ad esempio al call center, per onorare nuove commesse, avremmo bisogno di altri dieci centralinisti, ma la nostra richiesta deve rispettare tutto un particolare percorso che non è sempre tutto in discesa». Nel frattempo il laboratorio di pasticceria è sempre attivo per preparare le colombe pasquali (il 10% della produzione è riservato all’estero). Quest’anno ne sono previste circa 20.000, in vendita a 25 euro l’una nei locali della città, tra cui il Pedrocchi e la drogheria Preti al Santo, e on line (idolcidigiotto.it). Come avviene sin dal 2006, anno in cui è stato inaugurato il laboratorio dietro le sbarre, anche per questa Pasqua alcune colombe sono state inviate come omaggio a Papa Francesco, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al premier Paolo Gentiloni e anche a Matteo Renzi, in ricordo della visita ai detenuti a ottobre. (f.pad.)

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