Così Quarantotto scoprì la voce e il talento di Elisa

Il paroliere di Bocelli era anche un grande talent scout Portò una cassetta a Caterina Caselli: e nacque una stella
Di Michele Bugliari

MESTRE. Grande paroliere, autore e cantautore, Lucio Quarantotto era un poeta schivo, che amava rimanere nell’ombra, ma aveva anche una sensibilità nel capire le potenzialità dei giovani artisti. Fu lui infatti nei primi anni Novanta a scoprire una giovanissima Elisa e a credere nel suo talento. Passò una cassetta a Caterina Caselli che poi con l’aiuto del produttore Corrado Rustici riuscì a lanciare nel firmamento della canzone italiana questa talentuosa artista.

Cinquantacinque anni, mestrino, Lucio Quarantotto si è tolto la vita, l’altro ieri. Ci aveva provato altre volte in passato, e in caso almeno era stato salvato all’ultimo istante, tanto che all’uomo che lo aveva soccorso era stata conferita una medaglia. Non voleva più vivere: i suoi non erano gesti dimostrativi, erano capolinea di un profondissimo disagio.

Eppure, di fronte alla musica ritrovava lo spirito vitale; e un talento come quello di Elisa gli era apparso chiaro al primo ascolto.

Piercarlo D’Amato, amico e collaboratore da sempre di Quarantotto: «Lucio aveva un cugino di secondo grado che a sua volta era parente di Elisa. Ricordo che un giorno ci portò una videocassetta di questa ragazzina che era già bravissima nel canto e nell’interpretare anche brani di altri, tra cui quelli dei Beatles. Lucio ha colto subito le grandi potenzialità di questa artista e ha passato la cassetta alla Caselli che ha pensato bene di arruolarla nella scuderia della Sugar».

Poi Elisa è stata mandata in California da Corrado Rustici, dove hanno cominciato a lavorare insieme alle canzoni del primo album, uscito nel 1998 con il titolo di “Pipes & Flowers”. In quel momento cominciò il successo di un’artista oggi diventata una delle voci più autorevoli ed internazionalmente riconosciute della canzone del nostro Paese.

Quarantotto era anche questo, una persona pronta a spendersi per la buona musica.

Aveva iniziato come cantautore, registrando tre album poco considerati dal pubblico ma ancora oggi ritenuti dagli esperti tre pietre miliari della canzone d’autore italiana: “Di mattina molto presto” (1982), “Ehi là” (1986) e “L’ultima nuvola sui cieli d’Italia” (1990).

Il suo carattere schivo lo portò al successo come paroliere, autore di liriche profonde per le voci di grandi interpreto come Caterina Caselli, Franco Battiato e Andrea Bocelli. Fu proprio grazie a Bocelli che Lucio conquistò il mondo con la canzone “Con te partirò”, scritta in collaborazione con l’amico e collaboratore Francesco Sartori.

«Ora bisognerà fare qualcosa, per ricordare Lucio e impedire che un simile patrimonio culturale nazionale va perso», assicura D’Amato. Forse si potrebbe pubblicare l’ultimo album di Quarantotto per onorare la sua memoria. «Lucio», ha raccontato il suo amico e collaboratore, «aveva fatto un disco bellissimo con me e Sartori. Poi non è stato bene e così non siamo riusciti a lavorarci sopra, ora lui non c’è più».

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