Crac Proprestige, persi i soldi Calciatore a bocca asciutta

Si era risolta in un colossale fallimento l’avventura imprenditoriale targata Proprestige srl, società padovana nata il 22 ottobre 2010 per realizzare un super centro alberghiero in Carinzia destinato a diventare un lussuoso “mercato internazionale” dello sport, con un occhio di riguardo al business del calcio. In tanti a perderci soldi, da calciatori noti come Luca Toni, Cristian Zaccardo, Bosko Jankovic, Sebastian Frey, Alex Manninger e Igor Budan, oltre a Riccardo Montolivo e Rolando Bianchi, senza dimenticare politici come l’assessore comunale Maurizio Saia.
Richiesta danni
E proprio uno di loro, Zaccardo, ha tentato la carta della via civile reclamando 600 mila euro tra investimento andato a monte e risarcimento. Da chi pretenderli? Dall’ex promotore finanziario, Adriano Trevisan, padovano 59enne, già monomandatario di Banca Generale, che lo aveva informato di quell’affare nel quale ci ha perso pure lui. Niente da fare. Il giudice di Padova Caterina Zambotto ha rigettato il ricorso: nessun risarcimento è dovuto al 39enne ex difensore azzurro, del Parma e del Milan, oggi allenatore, condannato anche a pagare le spese, oltre 22 mila euro. Piena vittoria per Trevisan, difeso dall’avvocato Martina Botton. «L’esito fallimentare degli investimenti è stato la conseguenza delle condotte distrattive poste in essere dagli amministratori di Proprestige, condannati per bancarotta fraudolenta», scrive nella sentenza il giudice.
proprestige
Breve l’esistenza di Proprestige, alla fine una scatola vuota dopo aver raccolto un bel po’di danaro. Nel 2013 arriva il fallimento a fronte di un buco milionario. La procura apre un’inchiesta. E nell’aprile 2016, con rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena, il gup Mariella Fino condanna a 5 anni di reclusione a testa l’ex amministratore delegato Fabio Viero, 55 anni, e l’ex socio nonché presidente del consiglio di amministrazione, Ugo Antonio Barchiesi, 65 anni, entrambi di Padova, per bancarotta fraudolenta aggravata con un danno per 6,8 milioni di euro. Qualche investitore cerca di recuperare il denaro, come Zaccardo che, nel 2015, fa notificare un decreto ingiuntivo al suo ex promotore-consigliere Trevisan.
Rivuole i soldi
Accusa Trevisan «di aver proposto l’investimento violando gli obblighi connessi al suo ruolo (promotore per conto di Banca Generali) operando in conflitto d’interessi, essendo socio di Proprestige e percependo provvigioni per il reperimento di finanziatori». Il promotore replica: il calciatore era alla ricerca di nuove forme d’investimento nel mercato immobiliare, a titolo personale lo aveva informato dell’opportunità di investire in quote di Proprestige di cui lui stesso era socio; poi Zaccardo aveva comprato le quote della società per 575 mila euro effettuando ingenti finanziamenti. E quando l’affare stava andando a rotoli, avrebbe esercitato pressioni sul promotore per ottenere la restituzione dei soldi prospettando di riferire a Banca Generali, di cui Trevisan era monomandatario, l’attività svolta in concorrenza. Scrive il giudice: «Il semplice fatto che Trevisan fosse un promotore non è sufficiente a fondarne la responsabilità, una volta escluso che abbia operato in veste professionale». —
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