Crediveneto, stretta sulla fusione Annia e Banca Sviluppo in campo

MONTAGNANA. I tempi sono stretti e, con ogni probabilità, nell’arco di un mese si conoscerà il futuro di Crediveneto. La Bcc con sede a Montagnana (30 sportelli nelle province di Padova, Vicenza, Verona e Mantova) è alle prese con un difficile processo di rafforzamento che, dopo più di un passaggio a vuoto, si concretizzerà in un’aggregazione. Non c’è scelta e diversamente da quanto visto fin qui, date anche le dimensioni di Crediveneto (232 dipendenti, oltre 8.700 soci), le attività della Bcc di Montagnana potrebbero essere rilevate anche da più di un soggetto.
Al tavolo coordinato dalla Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo si sta ragionando su questa ipotesi. Tra gli interlocutori coinvolti ci sono Banca Annia (nata nel 2013 dalla fusione tra Bcc di Cartura e del Polesine) e Banca Sviluppo, società del gruppo Iccrea Holding attiva nel salvataggio delle Bcc in difficoltà. Ma un ritorno di fiamma pare interessare anche la Cassa rurale e artigiana di Brendola. La discussione è in corso e il possibile schema è in fase di definizione, resta il fatto che il futuro della Bcc di Montagnana passa dall’incorporazione della stessa in una o più realtà. «Con la Federazione Veneta stiamo definendo un percorso che ci vedrà impegnati entro breve in un’aggregazione con un istituto di credito cooperativo di elevato standing del territorio» conferma il presidente di Crediveneto, Piergiorgio Agostini. «In questo senso stiamo dialogando molto attivamente per accordarci, sempre nell’ottica regionale condivisa con la nostra Federazione e supportati dalle strutture del movimento cooperativo, con il migliore alleato e partner operativo con il quale condividere strategie di mercato e progetti di collaborazione utili alla banca e al nostro territorio». Proprio nei giorni scorsi, a circa due anni dall’ultima visita, nella sede di Palazzo Uberti sono tornati gli ispettori della Banca d’Italia. Un’ispezione «ordinaria», sottolinea il presidente di Crediveneto, «che ci consentirà di verificare lo stato di avanzamento delle attività di riorganizzazione in corso e di confrontarci in modo diretto e costruttivo sulla rapida evoluzione del nostro progetto strategico». Facile immaginare che gli ispettori dedicheranno una parte del loro tempo all’analisi delle sofferenze nette: oltre 96 milioni su un patrimonio netto di 119,6 milioni e, soprattutto, un indice di copertura delle stesse del 38,4% (fine 2014).
L’approfondimento sui dati di bilancio di Crediveneto (due diligence) è in corso e vede Banca Sviluppo, Annia e Brendola al tavolo. «In attesa della riforma del credito cooperativo, che il governo sta oramai varando sulla base del testo presentato da Federcasse» aggiunge Ilario Novella, presidente della Federazione Veneta delle Bcc «e che presto vedrà le Bcc italiane rinsaldare ancor più il loro network, non dobbiamo dimenticare come il gruppo delle Bcc in Italia sia un sistema solido, con un Cet1 ratio (l’indice più utilizzato per valutare la solidità di una banca, ndr) mediamente pari al 16,2% contro una media dell’industria bancaria italiana al 12,1% e con la dotazione di appositi strumenti di garanzia per la tutela dei clienti». Una rete, conclude Novella, «che a livello italiano detiene significative quote di mercato e che nel Veneto conta su 29 Bcc e casse rurali con 618 sportelli, 141mila soci, con oltre 22,7 miliardi di raccolta, 19,8 miliardi di impieghi e con un patrimonio di oltre 2,3 miliardi».
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