Crisi aziendali, persi 800 posti di lavoro
padova
«Crisi aziendali e sicurezza sul lavoro sono ancora emergenze e solo con un piano di investimenti adeguato si può rilanciare un’economia interna che dia spazio al lavoro». A dirlo dal palco del sesto congresso provinciale della Cgil, che si conclude oggi, è Aldo Marturano, segretario uscente e molto probabile confermato numero uno della Camera del Lavoro di Padova. I dati che snocciola fanno riflettere: la disoccupazione in provincia è la seconda più elevata del Veneto, dopo Rovigo, e raggiunge l’8, 5% nel 2017, quasi tre volte quella di 10 anni fa (3, 1%) mentre le crisi aziendali di quest’anno sono costate oltre 800 posti di lavoro diretti. «In alcuni casi si è trattato di multinazionali americane non certo in difficoltà, che nelle procedure motivavano gli esuberi con la necessità di accrescere la redditività», spiega Marturano nella sua relazione introduttiva. «Mi riferisco a Tnt-Fedex, Comdata, Exo. Quest’ultimo è il caso più eclatante, quello dei produttori delle famose Crocs, che hanno deciso di mantenere a Padova la ricerca, trasferendo in Bosnia la produzione perché costa meno. Solo per quest’ultima crisi sono rimasti a casa 56 lavoratori con mutui da pagare e figli da crescere».
«Molti sono i casi di trasferimento di cantieri a distanze sufficienti a scompaginare il lavoro come in Kering ed Eurocolori. Ci sono alte aziende che faticano a stare sul mercato per strategie sbagliate come la Safilo, la Fip, la Griggio. Altre perdono commesse come la Ceva di Monselice e la lista continua con il Mobilificio Marchetti, la jeanseria Met, ecc». Ma a scaldare l’assemblea è stato pure il tema degli infortuni sul lavoro, cresciuti in regione (primi 6 mesi del 2018) di oltre il 37% rispetto allo stesso periodo del 2017 raggiungendo la cifra di 59 morti (rispetto ai 43 del 2017) in un lungo elenco di tragedie che ha visto Padova protagonista. «Il giorno dopo la tragedia delle Acciaierie Venete», ricorda il segretario della Cgil di Padova, «perdeva la vita ad Abano Stefano Fontana, un operatore ecologico. Si conferma il dato medio di tre morti al giorno, una vera e propria strage. Per fermare questo fenomeno il primo obiettivo è il potenziamento degli Spisal, senza il quale il resto rischia di essere solo una sommatoria di buoni propositi. Come dice la direttrice di Padova, dottoressa Bizzotto, il 5% di controlli all’anno servono a poco se la stessa azienda ha la possibilità di essere rivisitata dopo vent’anni».
Ma nella sua relazione introduttiva Marturano non ha mancato di ragionare sul tema della precarietà del lavoro oggi più che mai piaga che va sanata se si vuole rilanciare i consumi interni del Paese. Illuminante la testimonianza di Niccolò, rider che sfreccia per la città a consegnare pizze, documenti: «Non siamo professionisti o lavoratori autonomi e neppure ragazzini: siamo dipendenti di aziende, alle volte multinazionali e per essere assunti basta compilare una scheda su internet, non molto diversa da un’iscrizione a Facebook. Ci vengono sottratti però tutti i diritti per cui tanti altri hanno lottato prima di noi, vale a dire le ferie, la malattia, gli infortuni, il Tfr. A piccoli gruppi cerchiamo di lottare, alle volte ottenendo anche risultati incoraggianti». —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova