«Da cittadini interattivi a spettatori tifosi»

«Nel momento in cui i partiti perdono la loro capacità di fare da intermediario arriva la televisione: allora si comunica non più dialogando con il proprio deputato ma vedendolo in televisione. Prima ci parlavo, ora no. Così da cittadini interattivi si diventa spettatori tifosi». È il giudizio, severo, dell’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato, giudice costituzionalista dal 2013, intervenuto ieri all’Università di Padova nel corso del convegno dal titolo “L’Italia contemporanea dagli anni Ottanta ad oggi: un bilancio”, organizzato dal Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea.
Amato, come sempre abile nel condurre il suo intervento (Scalfari lo soprannominò “dottor Sottile”, con doppio riferimento al suo acume politico e alla gracilità fisica) ha preso parte al momento finale di un’intensa due giorni, analizzando lo scandalo Tangentopoli e la trasformazione della politica dagli anni ’80 in poi. «A tutto questo», ha aggiunto Amato, ancora sulla distanza tra cittadini e politica «contribuisce anche l’emergere della corruzione. “Noi” e “loro” cambia di significato. Noi non è più “noi democristiani”, “noi socialisti”, “noi comunisti”, ma è diventato “noi cittadini” e loro sono “quelli che stanno nei palazzi”. Loro diventano tutti uguali, là nei palazzi, e noi tutti uguali qui. E diventerà sempre più difficile dare la prova contraria».
Nel corso dell’incontro, sempre ieri, è intervenuto anche lo storico e sociologo francese Marc Lazar, profondo conoscitore della vita politica italiana. L’evento di ieri si inscrive in un fitto calendario di seminari organizzati dal Centro per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, diretto dal professor Fumian. Il prossimo ciclo inizierà l’8 marzo, con tre date (a seguire 16 e 22) dedicate alle donne: nella storia, in politica e sul lavoro.
Silvia Quaranta
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