Decreto svuota-carceri: fine pena ai domiciliari. Ascierto: «Inaudito»

Gli ultimi 18 mesi di detenzione si svolgeranno agli arresti domiciliari: è la norma approvata dal governo nel consiglio dei ministri. E’ l’estensione di un provvedimento voluto da Alfano. Ma il Pdl non ci sta
PD 08/07/2000 G.M. DUE PALAZZI (LAZZARINI)
PD 08/07/2000 G.M. DUE PALAZZI (LAZZARINI)

PADOVA. Gli ultimi 18 mesi di detenzione si svolgeranno agli arresti domiciliari. E’ la norma contenuta nel decreto legge «svuota carceri» approvato dal consiglio dei ministri. Una norma con cui si risparmieranno 375 mila euro al giorno. Si tratta dell'estensione della norma già approvata da Alfano che consentiva gli arresti domiciliari per gli ultimi 12 mesi di pena. La misura scadrà, come già previsto, nel dicembre del 2013.

«Per i reati puniti con una pena massima fino a 4 anni la pena detentiva principale può essere la detenzione presso la propria abitazione o altra dimora». Così il ministro della Giustizia, Paola Severino, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Cdm. Il ministro ha spiegato che così «si passa dalla custodia cautelare preventiva al sistema penale vero e proprio».

Una norma che fa infuriare il parlamentare padovano Filippo Ascierto: «Non è concepibile un provvedimento in materia di custodia cautelare così come ipotizzato dal Governo Monti, significherebbe abbassare la guardia nei confronti del crimine ed uno schiaffo all'impegno delle Forze dell'Ordine che già adesso è oltre il limite - afferma Ascierto - Non si può pensare di far scontare a chi è stato condannato in via definitiva l'ultimo periodo della pena ai domiciliari, perché sarebbe, dopo i tanti benefici già previsti dalla legge Gozzini, un ulteriore regalo ai condannati in via definitiva, mortificando tra l'altro le vittime del crimine ed i loro familiari. Chi li controllerebbe poi i criminali ai domiciliari? Mi sembra assurdo inoltre che coloro che saranno giudicati per direttissima siano ristretti presso i distretti di Polizia, meglio sarebbe presso i Tribunali dove dovranno essere giudicati senza così sottrarre nessun uomo al servizio istituzionale. Prego i tecnici del Governo, che non dimostrano di essere tali in questa circostanza, di riflettere».

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