Droga ai bambini, oltre 50 casi l’anno

L’allarme del Centro regionale per i minori maltrattati diretto dalla professoressa Facchin: «Fenomeno in aumento»

PADOVA. Volontariamente somministrata dai genitori o involontariamente inalata respirando in un ambiente contaminato: nell’uno e nell’altro caso il risultato è quello di bambini, anche piccolissimi, con droga nell’organismo. E ci sono poi i casi in cui alle sostanze stupefacenti si aggiungono metadone, farmaci e alcol. Mix micidiali che hanno effetti devastanti sui minori. Quello del chemical abuse è un fenomeno molto più frequente di quanto si possa immaginare e in aumento. Nel Centro regionale per i minori maltrattati dell’Azienda ospedaliera Università di Padova, diretto dalla professoressa Paola Facchin, si registra in media un caso a settimana.

Droga nei bambini

«I casi che trattiamo interessano bambini fino alla pre adolescenza» sottolinea Facchin, «e abbiamo casi di bimbi anche molto piccoli, di poche settimane di vita. Le sostanze stupefacenti possono venire somministrate dai genitori oppure la contaminazione avviene perché il bimbo vive in ambienti dove viene manipolata la cocaina che, essendo volatile, si disperde e viene inalata. E la dose, pur molto piccola, è sufficiente per causare effetti nel neonato. Il problema è che la sostanza viene metabolizzata nell’organismo. Ci sono poi i casi in cui vengono somministrati farmaci talvolta mischiati con l’alcol».

Casi diversi

I bimbi che arrivano al Centro sotto l’effetto di sostanze stupefacenti non hanno alle spalle sempre la stessa esperienza: «Dal punto di vista del meccanismo» rileva la professoressa, «è diverso il caso di chi somministra volontariamente la sostanza e quando invece viene assunta a seguito di una esposizione in luogo contaminato. Diverso ancora è il caso della donna in gravidanza che assume droga provocando nel bimbo appena nato vere e proprie crisi di astinenza».

“Spegni-accendi”

Un altro meccanismo “perverso” è quello per cui i genitori somministrano al bambino farmaci o sostanze stupefacenti, come l’eroina o il metadone, per calmarli. Successivamente, però, per ottenere l’effetto contrario, cioè per “risvegliare” i piccoli, somministrano loro cocaina. «Abbiamo trovato davvero ogni sostanze nei bambini, compresi allucinogeni» conferma la professoressa Facchin.

I danni

Le conseguenze di assunzione di sostanze stupefacenti nei minori sono gravissime: «Il loro cervello è in via di sviluppo» sottolinea Facchin, «vengono compromessi meccanismi che iniziano già nella vita fetale come la moltiplicazione delle cellule neuronali, la loro specificazione, i neurotrasmettitori che creano i collegamenti fra le zone del cervello. Si provocano cambiamenti nella formazione di un cervello che sta ancora strutturandosi. In particolare, poi, i recettori funzioneranno diversamente e questi bambini saranno maggiormente esposti al rischio di diventare tossicodipendenti». Una sostanza come la cocaina ha effetti devastanti: ci sono bimbi che a sei mesi possono trovarsi con la stessa trofia cerebrale di un novantenne. «La droga nei minori è una pesantissima ipoteca sul loro futuro» conclude Facchin. —


 

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