E dai salotti esce la lista del conte

Duse Masin torna in politica con un movimento di professionisti e imprenditori

Professionisti, docenti universitari, medici, imprenditori e, addirittura, un conte. Nell’era della mobilitazione civica, anche la “Padova bene” esce dai palazzi per disegnare il futuro della città. Un’esperienza nata giusto un paio di mesi fa tra «un gruppo di amici», innaffiata con un buon bicchiere di vino e germogliata comodamente sprofondati su un divano in una serata d’inverno quando l’attualità e la cultura hanno cominciato a intrecciarsi alle sfide locali, ché non c’è nessuno abbastanza cosmopolita per non raccogliere le suggestioni delle elezioni del sindaco. Nelle stanze dai soffitti alti i temi che prima volavano liberamente, sono planati di nuovo sulla città. E così la chiacchiera di una sera si è trasformata in un appuntamento fisso, raccogliendo un numero sempre maggiore di ospiti, fino a contarne 200. Un gruppo «di vigilanza patavina di cittadini motivati» che a giorni deciderà chi sostenere tra i candidati in campo. Rimanendo un movimento civico attivo o, come appare più probabile, trasformandosi in lista “chiusa”, da portare in dote al prescelto «senza interessi di poltrone».

Il profilo è delineato, «una persona onesta, in grado di garantire esperienza e preparazione» sostiene il conte Paolo Duse Masin. Candidato (non eletto) alle Regionali nel 1995 con Galan, pur senza aderire a Forza Italia, e fondatore della primo il primo sito italiano di brokeraggio online, ceduto tre anni fa, ora è tra gli animatori di questa avventura. Già escluso, invece, «chi non mantiene i patti, gli assessori che vogliono fare i sindaci e chi, un candidato, di fatto non ce l’ha». Un identikit che sembra non affossare solo Saia e Rossi. Ma il conte non si sbilancia.

Nel pacchetto «sostenuto da cittadini non appartenenti ad alcun partito», le ricette per migliorare Padova, partendo da un punto di vista diverso «la città è meravigliosa, ma i padovani non la conoscono né apprezzano a sufficienza» sostiene. Difficile dargli torto guardando il Prato della Valle, interamente rivelato dalle ampie vetrate del palazzo che appartiene alla famiglia da generazioni. Ovviamente c’è di più ed è il richiamo a un “orgoglio di appartenenza” a una città in cui «i padovani sono abituati per una innata perversione a rilevare solo i difetti». E c’è un programma da esaltare che parte da «cultura e turismo da valorizzare attraverso un coordinamento progettuale che coinvolga pubblico, privato e Curia realizzando un pacchetto commercializzabile dai tour operator, perché dobbiamo migliorarci come venditori» spiega Duse Masin sottolineando la scelta precisa di tralasciare dibattiti su grandi opere in cui il sindaco ha potere limitato, a partire dall’ospedale. Con una deroga per la sicurezza «in cui il sindaco può chiedere l’incremento degli agenti e trasferire i vigili urbani dalle scrivanie alla strada per pattuglie serali». Ancora, la realizzazione di un piano di traffico «che passa dal coinvolgimento dei tassisti - assicura - è inutile che la politica creda di poter prendere decisioni senza aver vissuto esperienze e problemi. Lo stesso vale per i locali pubblici che dovrebbero potersi autoregolamentare». Ancora, tra le proposte, «l’apertura dell’Università, oggi troppo autoreferenziale, una potenza che deve diventare autosufficiente attraverso la vendita di attività», «lo stop agli ipermercati e la tutela dei negozi di vicinato a sostegno delle persone anziane «le cui esperienze potrebbero essere utilizzate per gestire i bambini, mentre i genitori lavorano».

Simonetta Zanetti

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova