Elementare Don Bosco nel degrado
Paltana: in stato di abbandono la scuola del quartiere

DEGRADO La scuola elementare Don Bosco
PALTANA.
Degrado. Questa la prima parola che viene in mente passando di fronte alla scuola elementare «Don Bosco», quartiere Paltana. Abbandono, la seconda. Possibile che da più di dieci anni la situazione sia rimasta invariata? In dieci anni si è potuto tagliare le siepi del giardino e ridipingere la recinzione (che ora comunque porta realmente male i pochi anni che ha), ma la facciata è sempre rimasta lì, con il suo "cuol elementare on Bosco", scritta che ha sostituito l'originale dopo la caduta di alcune lettere. Un edificio pubblico un po' di decoro dovrebbe averlo. Cosa pensano di tutto questo i genitori dei piccoli allievi? La prima mamma a prendere la parola, afferma che probabilmente è colpa della mancanza di denaro e, visto che non si può avere tutto, meglio privilegiare le cose funzionali e interne alla scuola. «E' una cosa secondaria, dovendo scegliere - prosegue - per ora noi genitori siamo più preoccupati degli insegnanti che se ne vanno e non vengono sostituiti». Un'altra mamma esprime la sua opinione che si distacca un po' dalle altre madri, almeno su un punto: sostiene infatti che la ristrutturazione esterna della scuola non sia affatto un problema secondario, ma che anzi sia una cosa seria, che riguardi però un contesto più ampio, di problemi della scuola pubblica, strutturali e non solo estetici. Eppure, nonostante le proteste generali, più o meno infuocate, di tutti questi genitori, alla domanda "avete mai pensato di mandare lettere di richiesta di ascolto alla preside o direttamente al comune?" tutti hanno risposto di no. Da qualche settimana si è inaugurato in questa scuola il «Piedibus», il nuovo "mezzo di trasporto" che permette ai bambini di recarsi a scuola, a piedi appunto, in maniera sicura, accompagnati da due adulti: ma non stona vedere una cosa tanto moderna e bella che ha come sfondo una facciata slavata e vecchia? Sarebbe stato interessante poterne parlare con la preside della scuola, la dottoressa Bonaccorso, ma ha preferito non discuterne, limitandosi a dire, anche lei, di aver richiesto finanziamenti al comune, ma spiegando come vi sia un ordine di priorità nel fare le cose, e la facciata si trovi agli ultimi posti. (ch.g.)
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