«Eleonora curata per due mesi soltanto col paracetamolo»

Le ragioni dei giudici. Il comitato etico: la ragazza è stata pesantemente condizionata

PADOVA. Per due mesi hanno continuato a curare i sintomi febbrili, i dolori e la progressiva perdita di energia di Eleonora solo con il paracetamolo (il principio attivo della Tachipirina).

La leucemia si era già impossessata del corpo della diciassettenne di Bagnoli morta il 29 agosto scorso ma il padre Lino Bottaro e la moglie Rita “hanno sottovalutato” la situazione. È solo l’inizio della relazione con cui il Tribunale dei Minori rigetta la richiesta di ripristino della potestà genitoriale. “Pur non contestando la diagnosi effettuata dai sanitari e la necessità di iniziare al più presto le terapie, di fatto stanno ritardando l’inizio delle cure che potrebbero salvare la vita della ragazza”.

Il documento vergato da Lanfranco Tenaglia (presidente), Valeria Zancan (giudice relatore), Silvano Zaramella e Ada Campolucci (giudici onorari) fotografa una situazione a dir poco allarmante nel momento in cui definisce l’atteggiamento dei genitori. Si parla di “disorientamento” e di “incapacità di prendere decisioni nei tempi necessari”.

Nelle otto pagine è stato messo nero su bianco il braccio di ferro tra la famiglia e l’ospedale di Padova: una battaglia legale durata oltre otto mesi. “Il signor Bottaro (il padre) ha ribadito la fiducia nella guarigione spontanea di Eleonora. Ha dichiarato che, a suo avviso, le terapie oncologiche proposte non sarebbero urgenti date le attuali buone condizioni di salute della figlia”.

Non solo hanno rifiutato le cure ma pure gli esami diagnostici. All’udienza del 9 giugno il padre della giovane ha riferito che la scelta dei genitori di non eseguire i controlli ematologici e l’aspirato midollare sarebbe stata adottata per “rispettare il volere della figlia quasi maggiorenne e non tradirne la fiducia, costringendola a sottoporsi a esami invasivi e dolorosi non accettati”. Cinque giorni dopo, il 14 giugno, Eleonora Bottaro ha confermato di non voler eseguire esami diagnostici invasivi e cure chemioterapiche e ha dichiarato di “avere la percezione soggettiva di poter guarire anche senza affrontare le terapie oncologiche”.

Pur non restituendo la potestà genitoriale il tribunale dei Minori ha evidenziato come il trattamento medico non possa prescindere dalla volontà del paziente in una sorta di “alleanza terapeutica” tra medico, paziente e familiari.

C’è poi la relazione del comitato etico che si è riunito il 22 febbraio 2016, di cui fanno parte diciannove tra medici, psicologi e giuristi. “Eleonora appare immatura dal punto di vista psicologico e pesantemente condizionata dai genitori”. Parlano di “rifiuto né autentico, né adeguatamente informato”. Dipingono una ragazza che rifiuta la tecnologia (no tv, no tablet, no telefonino) e “anche la cura della persona e l’igiene non appaiono pienamente adeguate”.

L’avvocato Roberto Mastalia e il collega Gian Mario Balduin sono decisi a denunciare tutti i membri del comitato etico per le “affermazioni false e lesive”.

e.ferro@mattinopadova.it

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:tumori

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova