Erbette spontanee per dare sapore alla cucina povera
Tra una ventina di giorni circa sui Colli Euganei il “nobile” raperonzolo lascerà posto alla raccolta delle erbe spontanee per le insalate primaverili o le verdure cotte, cosiddette da “tecia”. Si tratta di erbe spontanee che avendo poca radice sono meno a rischio cinghiali. Sono la valerianella (gainée), lattuga selvatica (artesòi), borsa del pastore (scarsee), il comunissimo tarassaco (pissacan o brusa oci), papavero rosso (ròsoe), crepide (ruijoi), silene (scrissiòi), piattello (petassù). Notevole interesse in cucina riscuotono all’inizio della primavera anche i germogli commestibili come luppolo (bruscandoli), pungitopo (bruschi e tamaro (tani). La loro raccolta e vendita ai ristoranti frutta qualche soldo a tanti pensionati della zona.
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