Fatture false in banca moglie e marito a giudizio per truffa

DUE CARRARE. Si sarebbero fatti “scontare” dalla banca una serie di fatture per oltre 80 mila euro. Fatture, in realtà, false. Ecco perché saranno processati il prossimo 21 maggio davanti al giudice monocratico di Padova Beatrice Bergamasco per concorso in truffa continuata e aggravata dal fatto di aver cagionato un danno di rilevante gravità, per aver fornito dati e documenti falsi con l’obiettivo di ottenere concessioni di credito e, infine, per calunnia. Lo ha deciso ieri il gup Domenica Gambardella, accogliendo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero Marco Peraro nei confronti di una coppia di imprenditori, Anna Maria Donà, 47 anni, e il marito Amerigo Passarin, 49, entrambi residenti a Due Carrare in via 16 Marzo e titolari della Subway srl, una società di confezione e commercio all'ingrosso di articoli di maglieria con sede in via Granatieri sempre a Due Carrare. Ieri in aula si sono costituiti parte civile l’istituto di credito, il Credito cooperativo di Cartura (rappresentato dal penalista Cesare Vanzetti) e un funzionario della banca che aveva seguito la pratica dei due “vecchi” clienti (assistito dall’avvocato Simonetta Maria Pastorello). È il 2009 e, probabilmente, l’azienda è già entrata in crisi di liquidità: fino a quel momento gli imprenditori avevano avuto un solido rapporto con la banca. Di regola i titolari di aziende lavorano così: si fanno “scontare” dalle banche le fatture, incassando immediatamente degli anticipi consistenti sui soldi che attendono, mentre i clienti pagheranno i debiti a 60 o 90 giorni. Quindi sono le banche che, successivamente, andranno a incassare le fatture. È proprio in quella fase che alcune ditte, clienti di Subway, non riconoscono le fatture, negando di essere debitori della coppia abile nel mettere in piedi quel “giochetto” - secondo la procura – fin dal maggio 2009. Anzi, i due reagiscono e il 23 marzo 2010 sono proprio Donà e Passarin a denunciare alcuni dipendenti della banca (la filiale di Due Carrare) per appropriazione indebita. Ma le fatture contestate non risulteranno registrate in contabilità. La banca ha già notificato un decreto ingiuntivo e parzialmente recuperato una parte di danaro (i due avevano uno “scoperto” di conto corrente per circa 200 mila euro).
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