Femmine contro maschi, ma per ridere
Arriva sugli schermi l'ultimo film di Fausto Brizzi

Una scena di «Femmine contro maschi», l’ultimo film di Brizzi
VENEZIA.
Ridere per non piangere. La realtà attuale, e la brutta televisione che ne è lo specchio, continuano a fare la fortuna del cinema italiano, sempre più orientato a sfornare pellicole dalla comicità facile che scansano abilmente la situazione in cui viviamo, confinandola tutt'al più nel limbo della critica iperbolica di certi costumi dell'italiano medio (negli archetipi del corrotto, dell'arrivista e del prevenuto). Si spiega così il successo di Checco Zalone, incontrastato re del botteghino, capace di scalzare dal podio dei maggiori incassi di sempre «La vita è bella» di Roberto Benigni. O ancora la consolidata fortuna dei cinepanettoni, l'exploit di «Benvenuti al sud» e l'ottima accoglienza ad Antonio Albanese e al suo «Qualunquemente». Alla festa del cinema d'evasione non poteva mancare Fausto Brizzi, regista quarantaduenne che ha cominciato, guarda caso, come sceneggiatore per Neri Parenti. Dopo «Notte prima degli esami» (ieri e oggi) ed «Ex», Brizzi si è inventato il dittico dei sessi, declinato nei due episodi «Maschi contro femmine» (uscito a ottobre, ha raggiunto 13,5 milioni di incasso) e «Femmine contro maschi», in uscita questo week end. Un'altra commedia che non nasconde ambizioni commerciali, grazie a un cast di sicuro appeal (Solfrizzi, Littizetto, Bisio, Brilli, Ficarra e Picone) e alla formuletta, trita ma inesauribile, dell'eterna lotta tra il bene (gli uomini) e il male (le donne) e viceversa. Il nuovo capitolo ribalta l'angolo prospettico del primo e si concentra sul difetto per antonomasia del genere femminile: voler manipolare e cambiare a tutti i costi il proprio uomo, che, al contrario, vive per giocare e per fuggire dalle responsabilità familiari. Così, la Littizzetto approfitta di una amnesia del marito Solfrizzi per resettare la sua memoria calciofila e cafona; Ficarra e Picone, fissati con i Beatles, sono costretti a fare i conti con le loro compagne che li vorrebbero più maturi; Bisio e Brilli, divorziati, fanno finta di amarsi ancora per il bene della mamma di lui. Alla fine i due universi, quello maschile e quello femminile, sembrano convergere ma non troppo, anche perché «le donne non capiscono gli uomini perché non c'è niente da capire». Brizzi confeziona un bis facile, aziona il pilota automatico e attende tranquillo il responso del botteghino. Il regista non ha mai fatto mistero di voler evitare argomenti più seriosi o impegnativi: una sincerità per certi versi controcorrente che stempera le debolezze di una pellicola un po' ruffiana e misuratamente divertente.
Padova: Porto Astra; Cineplex (Due Carrare); Cinecity (Limena) Treviso: Corso; Cinecity (Silea) Venezia: Astra (Lido); Excelsior e Uci Cinemas (Mestre) Uci Cinemas (Marcon).
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