File pedoporno ed evasione: nuova condanna per Maglio

PADOVA. Nuova condanna per l’ex carabiniere stupratore seriale Dino Maglio, 39enne originario di Surbo (in Salento) per anni in servizio prima nella stazione dell’Arma a Teolo poi nella caserma in via Rismondo. Il tribunale di Lecce gli ha inflitto in totale 4 anni e 4 mesi di carcere per detenzione di materiale pedopornografico (2 anni e 4 mesi) e per evasione (2 anni).
La pronuncia è stata emessa dalla prima sezione penale presieduta dal giudice Gabriele Perna. Rispetto alla richiesta della procura (il pm Roberta Licci aveva reclamato 7 anni) la sanzione è stata ridotta: i giudici hanno escluso l’aggravante dell’ingente quantitativo di file scaricati e detenuti come richiesto dalla difesa, l’avvocato Ivan Feola. Attualmente Dino Maglio è detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua a Vetere in Campania.
La seconda condanna
Dopo il primo arresto e un periodo dietro le sbarre, Maglio aveva beneficiato degli arresti domiciliari. Ed era stato trasferito nell’abitazione di famiglia a Surbo. Costanti (ma anche a sorpresa) i controlli dei carabinieri. Nel giugno 2016 una pattuglia arriva ed entra in casa per una perquisizione inaspettata: le forze dell’ordine si erano accorte che Maglio aveva postato su Facebook una foto di lui con la nuova fidanzata.
È così che nel pc dell’uomo vengono trovati (e sequestrati) due hard disk con quei file a luci rosse. Subito scatta l’aggravio della misura cautelare e l’ex militare torna dietro le sbarre in carcere. Il pubblico ministero leccese, Maria Rosaria Micucci, ordina una consulenza informatica, affidata all’ingegnere Luigina Quarta: è l’esperto a rilevare che una parte di quei file erano già confluiti in un processo del 2008 al termine del quale l’ex carabiniere era stato assolto.
Nell’ambito dell’inchiesta, però, sono riscontrati alcuni episodi di allontanamento dalla casa dove era ai domiciliari tra gennaio e giugno del 2016, ennesima violazione di uno dei tanti obblighi imposti come quello di comunicare con persone diverse dai suoi familiari. Inoltre più volte Maglio risulta aver ospitato la donna con cui ha una relazione sentimentale, i genitori e pure un’amica di quest’ultima. Non soddisfatto, è confermato che l’ex militare ha coltivato anche contatti sia al telefono sia tramite chat.
Il processo in corso
Intanto il prossimo 21 dicembre riprenderà il processo a Padova per il secondo filone dell’inchiesta padovana che avrebbe svelato altre 14 vittime di violenza sessuale.
Vittime straniere ospitate nella casa all’Arcella di Maglio (difeso dall’avvocato Enrico Cogo) e avvicinate tramite il sito couchsurfing, una community di scambio di ospitalità, come attraverso gli altri social Facebook, Twitter, Instagram, Google Plus, Flickr, Badoo e Viadeo.
Le ragazze sono straniere: alcune provengono dalla Repubblica Ceca, una dal Canada e un’altra dagli Usa, altre dal Portogallo e una da Hong Kong. L’età? Trai 28 e i 23 anni. Nel novembre scorso davanti ai giudici hanno parlato tre amiche portoghesi che sarebbero state stordite con qualche bevanda e poi abusate. —
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