Grande raccordo anulare al bivio I lavori in tre fasi non convincono

Serato (Gra Spa): «Mancano risorse, puntiamo alla divisione del progetto. A settembre vedrò Zaia» Ma il project financing è unico e uno spacchettamento rischia di far venire meno il pubblico interesse
Di Eleonora Vallin
foto per roccato
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Il Grande raccordo anulare di Padova, uno dei più importanti progetti in cantiere in materia di viabilità ordinaria, è «in fase di stallo». Lo scrive nero su bianco, a bilancio, Gra di Padova Spa, la società promotrice dell’opera in finanza di progetto. Oltre 700 milioni di costo (fonte Fondazione Nord Est) per 42 chilometri di strade, 22,7 chilometri di nuova progettazione e 19,3 chilometri di adeguamento dell’esistente, a cui è connessa la cosiddetta camionabile: la superstrada che, partendo dalla zona industriale di Padova taglierà tutta la parte sud della Riviera del Brenta, per agganciarsi alla Romea, all’altezza di Mira. Sempre nel progetto anche la mai completata idrovia Padova-Venezia che dovrebbe essere trasformata in canale scolmatore e bacino anti-allagamento.

A bloccare l’iter, si legge nel bilancio, «adempimenti ancora mancanti per l’approvazione dell’opera». Ovvero: l’ok del presidente della Regione, «sentiti i Comuni interessati», l’approvazione del progetto preliminare da parte del Cipe e successiva istruttoria al ministero. Tempi previsti: da 13 ai 16 mesi. Ma il governatore Luca Zaia non si è ancora pronunciato.

«Sono stata eletta da poco» precisa Luisa Serato, presidente di Gra Padova Spa da aprile. «Ho avuto un incontro con l’assessore regionale Chisso a maggio. Avevamo trovato un accordo, poi l’inchiesta Mose ci ha bloccato. Ora le deleghe sono nelle mani di Zaia: a fine luglio ho chiesto un incontro per capire come velocizzare l’iter. Dovremmo vederci a settembre». Nel frattempo, anticipa Serato: «Stiamo valutando una rifasizzazione della progettazione: ovvero una divisione in fasi perché, non essendoci la disponibilità economica per realizzare il progetto, si è pensato di dividerlo. Sia il Gra che l’idrovia sono due opere fondamentali per Padova. I problemi sono più che altro legati alla camionabile che doveva servire per il traffico pesante ma che, in realtà, verrà presumibilmente posticipata».

Non è tutto così semplice. I problemi relativi alla camionabile si possono sintetizzare in una forte opposizione all’opera da parte dei comuni della Riviera del Brenta interessati. Ma il vero nodo è che «il project è unico» spiegano gli esperti «ed è impossibile spezzarlo. Dividerlo significa, infatti, annullare tutto». «Il promotore ha diritto di prelazione su un’ipotesi unica di gara: se si spezza, si annulla anche il pubblico interesse (provvedimento 2235 del 2008, ndr) e si deve rifare tutto da zero» commentano i tecnici.

Ciò significherebbe tornare al 2004. Fu allora che fu creata la Gra Padova Spa che, da quel giorno, ha sempre chiuso il bilancio in perdita: 20mila euro dieci anni fa che sono diventati 70mila euro nel 2013. In totale, dal 2004 a oggi, la società ha segnato circa 600mila euro di rosso, causa assenza di ricavi e continui costi di progettazione. A rimpolpare le casse ci sono i soci: il 55% del capitale è in capo a Serenissima Spa (ex Venezia-Padova), un 40% lo detiene A4 Holding (la Brescia-Padova), il 4% è del Consorzio Cdp e un 1% della Camera di commercio di Padova che però ha deciso di vendere.

A bilancio 2013 intanto 1,75 milioni di finanziamenti sono stati sostenuti da Serenissima, A4 Holding e Consorzio Cdp. Tra le voci di costo: 1,6 milioni per l’acquisto del progetto preliminare della Provincia di Padova, e altre migliaia di euro per la documentazione e lo studio dell’impatto ambientale. «La società» chiude il bilancio «ha sollecitato la Regione a una rapida conclusione del procedimento ma al momento non si hanno ancora gli elementi per definire documenti progettuali ed economico-finanziari per lo svolgimento della gara e l’affidamento della concessione».

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