«Guerra a Urologia», risarcimenti milionari

Chiede cinque milioni di euro di risarcimento danni all'azienda ospedaliera, in quanto responsabile civile dei danni che ritiene di aver subito da parte di Walter Artibani, ex direttore della Clinica urologica di via Giustiniani.
A due anni dalla chiusura del primo processo a carico del professore (condannato a seguito della denuncia di Tommaso Prayer Galetti e Antonio Cisternino) si apre il secondo capitolo del caso Artibani, che ora ha come protagonista il dottor Alfio Capizzi.
L’urologo, che ha denunciato il suo ex direttore per abuso d’ufficio, in attesa dell’udienza preliminare che si terrà l’1 marzo davanti al gup Vincenzo Sgubbi, si è dichiarato parte civile con l’avvocato Giovanni Chiello. Chiede 5 milioni al manager Adriano Cestrone a titolo di risarcimento per il danno subito da Walter Artibani: Capizzi accusa il prof, ora “emigrato” a Verona, «di avergli arrecato intenzionalmente danno, ponendo in essere atti e comportamenti di emarginazione tra l’1 marzo 2007 ed il 15 giugno 2008».
Per Capizzi si tratta di un atto dovuto, dato che l’azienda sanitaria è sempre stata al suo fianco nella battaglia ingaggiata contro il suo superiore. La sua vicenda è analoga a quella dei colleghi Tommaso Prayer Galetti e Antonio Cisternino.
In base alla denuncia firmata dal dottor Capizzi anche lui sarebbe stato emarginato, sostanzialmente relegato all'attività ambulatoriale per quindici mesi, dall'1 marzo 2007 al 15 giugno 2008.
Nell'arco di quel periodo, soltanto per nove volte aveva potuto mettere piede in sala operatoria e sempre in qualità di secondo operatore. Risultato, «una mancata crescita professionale e un danno derivante dall'ingiustificata distrazione dalle proprie attribuzioni» ha rilevato il pubblico ministero Vartan Giacomelli nella richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del professor Artibani. Approfonditi sono stati gli accertamenti affidati ai carabinieri del Nas di Padova che avevano svolto l'indagine pure in seguito alle denunce di Prayer Galetti e Cisternino, progressivamente emarginati dall'attività operatoria per volontà del direttore della Clinica in quanto colpevoli di voler concorrere a un posto di docente all'università vinto da un allievo di Artibani.
In attesa della decisione del gup Sgubbi, Capizzi si è mosso sul fronte civile, con la richiesta di maxi-risarcimento danni. L’azienda ospedaliera ha ritenuto necessario autorizzare la propri costituzione in giudizio «allo scopo di formulare compiutamente le proprie difese, affidando il mandato agli avvocati Maria Grazia Calì e Luciana Puppin, dell’ufficio legale interno».
Fabiana Pesci
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