«Ha aiutato mio figlio, ora corro per l’Ail»

Matteo Carlin disputerà il 5 marzo la Treviso Marathon con la maglia dell’associazione

Un padovano alla Treviso Marathon per raccogliere fondi per la ricerca scientifica sulle leucemie, i linfomi e il mieloma. A scegliere di correre per la ricerca è Matteo Carlin, padre di Francesco, un bambino di 8 che da pochi mesi e dopo un durissimo percorso, è riuscito a combattere con successo un linfoma di Burkitt. Il 5 marzo prossimo Carlin, assieme al fratello Fabio e ad un amico di entrambi, Luca Griggio, correrà a Treviso con i colori dell’Ail di Padova per ottenere nuovi finanziamenti ad un’associazione che si è spesa negli anni in favore della ricerca scientifica e la cura dei pazienti affetti da malattie gravissime dalle quali però, e lo testimonia la vicenda dello stesso Carlin, è possibile guarire.

La scoperta. «Mio figlio all’epoca aveva 7 anni», ricorda Carlin, «e da un giorno all’altro, ha iniziato a lamentare dolori alla pancia, forti ma di breve durata. Toccandogli la pancia abbiamo notato un rigonfiamento vicino all’ombelico. Lo abbiamo portato al Pronto soccorso dove lo hanno ricoverato per analisi. Dopo la biopsia ci è caduto il mondo addosso: si trattava di un linfoma di Burkitt. Un tumore maligno».

Otto mesi in ospedale. Francesco è stato portato nel reparto di oncoematologia pediatrica dell’Ospedale di Padova dove è rimasto per quasi 8 mesi e per lui e i suoi genitori è iniziato un percorso drammatico. «È un reparto difficile dove si può entrare solo uno per volta, bardati completamente di camici e mascherine e dove non possono essere presenti agenti batterici o virali», ricorda Cariln. «Abbiamo affrontato vari cicli di chemioterapia e tutte le difficoltà di un bambino di 7 anni che era stato strappato alla sua scuola, ai suoi compagni, alla sua casa e ai suoi giochi».

L’aiuto dell’Ail. «Eravamo disperati ma in reparto, oltre ad un’equipe medica ed infermieristica di prim’ordine, abbiamo ricevuto l’assistenza dell’Ail: un supporto fatto di volontari, giovani e meno giovani che fanno giocare i bambini, li assistono sotto la supervisione dei sanitari e li aiutano con i compiti per la scuola ma fatto anche di psicologi che ci hanno accompagnato in quel percorso devastante che è stare vicino ad un figlio che rischia la vita».

Il germe dell’amicizia. Ma pure in una situazione così difficile, in un reparto asettico e pieno di dolore, il germe dell’amicizia è riuscito crescere. «I bambini sono forti e Francesco è stato coraggiosissimo», ricorda il papà, «ma è anche un bambino che, pure in una situazione così dolorosa, ha vissuto assieme ad altri bambini. Grazie all’aiuto dell’Ail e di tutto il reparto, si è anche riso, si è giocato, si sono creati legami forti e amicizie vere che ci hanno aiutato tanto e ci hanno dato coraggio».

Operazione riuscita. A settembre 2015 Francesco è stato operato e la massa è stata eliminata. «Abbiamo affrontato gli ultimi due cicli di chemio a cuore più leggero e agli inizi di marzo siamo tornati a casa. Ora Francesco va a scuola, gioca a calcio e sta bene. Ogni due mesi deve essere monitorato e va tutto per il meglio. L’esperienza però ci è rimasta dentro come tutto il bene che gli operatori del reparto di oncoematologia pediatrica e quelli dell’Ail hanno fatto a noi e alle altre famiglie che vivono questo dramma».

La maratona di Treviso. «È per questo che, dopo tanto tempo passato tra le corsie di un ospedale, ho deciso di correre assieme a mio fratello e a un amico la maratona di Treviso, chiedendo, con questo gesto, la solidarietà di quanti possono aiutare con una donazione, anche piccola, un’associazione che fa tantissimo per supportare la ricerca ma anche la cura dei bambini affetti da leucemie, linfomi e mieloma e le loro famiglie che vivono un percorso quanto mai doloroso e difficile».

Riccardo Sandre

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