«Ho sentito un botto fortissimo le sbarre erano alzate»
SALETTO.
«Ho sentito un botto fortissimo. Pensavo il treno avesse investito un animale. Poi sono cominciate le urla e ho capito che era accaduta una tragedia». Claudio Brunello vive a pochi metri dal passaggio a livello di via Gorgo Sud. E' stato il primo a trovare il corpicino massacrato di Aya. «Stavo lavorando e ho sentito un boato - continua - poi ho notato il treno frenare e una donna urlare. Sono corso verso le sbarre. La madre e la nonna della bimba correvano verso il treno, pensando che la piccola fosse rimasta incagliata al vagone. Io ho visto delle macchie di sangue sull'asfalto e a pochi passi un sandalino». A qualche metro dal passaggio a livello, ecco la tragica scoperta: «Ai lati del binario c'era il corpo della bambina. Il volto era sfigurato. Ho preso tre le mani il suo piedino ed era già freddo». Brunello racconta un altro agghiacciante, particolare: le sbarre sarebbero state alzate. «Ne sono sicuro - conferma - quando sono arrivato non erano abbassate. Erano sollevate e il treno è passato lo stesso». A sostegno di questa tesi sono arrivati i racconti della famiglia Kouiss e il fatto che il treno si sia fermato ben prima del punto in cui scatta il meccanismo di sollevamento delle sbarre, che all'arrivo dei soccorsi erano in posizione verticale. Non è la prima volta che un treno attraversa un passaggio a livello con le sbarre alzata, su questa tratta. A Megliadino San Fidenzio, fino a poco tempo fa, capitava mensilmente e parecchie foto lo testimoniano. La morte di Aya non è poi la prima su questi binari: nel maggio 2008, dopo mesi di agonia, il tunisino Habib Hassoudi perse la vita dopo uno scontro tra un treno e il suo camioncino ad Ospedaletto. (ni.ce.)
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