I bus degli ospedali si fermano presto Riparte la protesta

Mai di sera e mai di notte. Né nei giorni feriali e né di domenica e negli altri giorni festivi. Da anni gli ospedali - sia quello civile che il Sant’Antonio - non sono serviti dai mezzi pubblici...
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - FERMATA BUS VIA GIOTTO
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - FERMATA BUS VIA GIOTTO
Mai di sera e mai di notte. Né nei giorni feriali e né di domenica e negli altri giorni festivi. Da anni gli ospedali - sia quello civile che il Sant’Antonio - non sono serviti dai mezzi pubblici dopo le 20.30. Di giorno i due ospedali, Iov di via Gattamelata compreso, sono collegati con tre linee di BusItalia Veneto, ossia con i numeri 6 (Brusegana - stazione - Boschetti - ospedale - Terranegra), 14 (stazione - via Gozzi - ospedali - Ponte San Nicolò) e 24 (Autostazione - ospedale - Mandriola di Albignasego). Ma le ultime corse serali di questi tre bus terminano tra le 20.30 e le 20. 45. Al sabato e alla domenica il collegamento con gli ospedali e l’Istituto oncologico Veneto è ancora più complicato perché le ultime corse terminano addirittura prima delle 20. 30. Basta fare un confronto con gli altri ospedali pubblici sia del Veneto che delle altre regioni della penisola per constatare che la situazione di Padova è tra le peggiori in Italia. Ad esempio gli ospedali All’Angelo a Mestre, Borgo Trento a Verona, Sant’Anna a Brescia, Niguarda a Milano, le Molinette a Torino, o lo stesso Cardarelli a Napoli, sono collegati sino a tarda sera. Invece i tre ospedali padovani, già prima del calare delle tenebre, possono essere raggiunti solo in bici, in moto, in auto o in taxi.


Questa volta a lanciare un appello alle istituzioni per ottenere un servizio pubblico dignitoso sono sia i sindacalisti della sanità che i colleghi del trasporto pubblico locale. «È una vergogna sociale», accusa Stefano Tognazzo della Uil. «Di notte all’ospedale civile lavorano circa 700 persone. Al Sant’Antonio minimo altre 200. Allo Iov altri 100. Poi bisogna tener conto delle badanti e dei familiari che frequentano i tre ospedali. In passato abbiamo segnalato la questione più volte, ma nessuno ci ha mai ascoltato». Duro anche il commento di un autista di BusItalia, che fa parte anche della segreteria della Fit-Cisl: «Sono anni che abbiamo sollevato il problema», dice Sandro Lollo. «Sia i dirigenti attuali di BusItalia che quelli precedenti di Aps Holding ci hanno sempre risposto che non vengono istituite le corse perché, dopo tutta una serie di monitoraggi sulle linee interessate, l’utenza sarebbe insufficiente per far correre i bus sino alle 22-23».


Felice Paduano


Argomenti:sanità

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