Il caffè di Jappelli, simbolo di Padova, culla delle rivolte risorgimentali contro gli austriaci
«Tempio del caffè e albergo dedicato al piacere». Così le cronache risorgimentali descrivevano il Caffè Pedrocchi, uno dei luoghi simbolo di Padova. Negli anni non sono mancati gli usi più diversi...
«Tempio del caffè e albergo dedicato al piacere». Così le cronache risorgimentali descrivevano il Caffè Pedrocchi, uno dei luoghi simbolo di Padova. Negli anni non sono mancati gli usi più diversi dell’edificio realizzato da Giuseppe Jappelli: è stato casinò, “ridotto” destinato a feste, sala
biliardo e borsa degli affari. Fino a diventare discoteca, lo scorso Capodanno e anche in occasione di altre feste private.
L’ultima idea per valorizzarlo, lanciata dall’allora assessore Giuliano Pisani durante la giunta Destro e ripresa da Luisa Boldrin nella successica amministrazione Zanonato, era di trasformare il secondo piano in foresteria di lusso. Un hotel a cinque stelle in un contesto storico negli spazi che fino a qualche anno fa erano uffici comunali e che adesso restano abbandonati.
La stessa F&de Goup si è detta interessata a gestire il possibile rilancio e l’ipotesi alberghiera. Nel frattempo sono in corso in queste settimane i lavori di ristrutturazione delle facciate esterne, per i quali il Comune ha investito 300 mila euro. E lo “Stabilimento” è ingabbiato dalle impalcature, che vengono utilizzate anche per ospitare la pubblicità che permetterà di finanziare in parte il restauro delle sale del piano nobile. I lavori per la sistemazione inizieranno in primavera: è previsto il restauro della Sala Rossini, della Sala Greca con l’affresco di Giovanni De Min che riproduce l’incontro tra Diogene e Platonre, la Sala Romana decorata dal pittore bellunese Ippolito Caffi, la Sala Rinascimentale, la Saletta Ercolana decorata da Pietro Paoletti e la Sala Egizia.
Il Pedrocchi, secondo la definizione dell’assessore alla Cultura Andrea Colasio, è la “reggia popolare” della città. Vero simbolo del centro di Padova, di proprietà dei suoi cittadini. Nel 1891 Domenico Cappellato Pedrocchi, figlio adottivo del fondatore Antonio, lasciava il Caffè al Comune con il vincolo di «conservare l’uso dello stabilimento “come trovasi” nulla trascurando onde possa mantenere il primato in Italia».
Il sogno di un caffè monumentale nel centro della città si deve ad Antonio Pedrocchi, figlio di un caffettiere di origine bergamasca, che chiamò a realizzarlo il noto architetto cittadino Giuseppe Jappelli. Fu inaugurato nel 1831 e nel tempo divenne luogo di ritrovo di letterati e artisti come Ippolito Nievo e , nei suoi viaggi in Italia, Stendhal.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova
Leggi anche
Video