«Il Due Palazzi è un modello virtuoso»
La fuga di un detenuto in permesso premio è stato un episodio grave, ma è pur vero che si tratta di un solo caso su moltissimi. Il carcere padovano, con tutto l’universo di associazioni che vi...
La fuga di un detenuto in permesso premio è stato un episodio grave, ma è pur vero che si tratta di un solo caso su moltissimi.
Il carcere padovano, con tutto l’universo di associazioni che vi ruotano attorno, è considerato un modello virtuoso. Le uscite premio, poi, permettono al detenuto di trascorrere qualche ora di libertà, a volte anche con i familiari: è un’occasione importante, sostengono i volontari dell’Opv (Operatori carcerari volontari), utile per il reinserimento nella società. «I volontari dell’associazione», spiega la presidente, Chiara Fuser, «si fanno sempre carico di sorvegliare affinché dalla struttura non esca chi non ne è autorizzato, oppure accompagnano i detenuti all’esterno per le loro piccole esigenze quando ciò è previsto dal relativo decreto autorizzativo. Mi preme sottolineare che Boris Rasnik è uscito dalla struttura di accoglienza accompagnato da un familiare (la cui identità era stata accertata), perché ciò era espressamente previsto dal decreto stesso. Il detenuto in questione, infatti, godeva di un permesso concesso dal Magistrato di Sorveglianza, in virtù della sua buona condotta e dei risultati di studio conseguiti. Posso assicurare che l’attenzione posta dai volontari nello svolgimento dell’attività di accoglienza è sempre adeguata alle responsabilità che questa richiede».
Mi preme inoltre sottolineare», conclude la Fuser, «che, se la fuga di un detenuto in permesso premio dal punto di vista giornalistico fa notizia, la stragrande maggioranza di coloro che ne beneficiano fa regolarmente ritorno in carcere: rimaniamo dunque convinti che questo sia uno strumento utile ai fini del trattamento e del reinserimento sociale del carcerato».
Silvia Quaranta
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